Bruxelles – Il governo di Theresa May ottiene il voto di fiducia della Camera dei Comuni sul programma legislativo. I numeri per governare e portare avanti i negoziati per la Brexit ci sono, ma sono alquanto risicati. Nella giornata di ieri il tradizionale Queen’s speech contenente le linee del programma di governo stabilite da Downing Street è stato sottoposto al vaglio della camera bassa del Parlamento e ha ottenuto l’approvazione con 323 voti contro 309, consegnando alla premier britannica i numeri necessari per governare, con uno scarto di soli 14 voti con le opposizioni.
Il Partito unionista democratico (Dup) dell’Irlanda del Nord è stato determinante e ha fatto la sua parte, garantendo l’appoggio ai conservatori e permettendo loro di riconquistare la maggioranza persa alle urne lo scorso 8 giugno. Una maggioranza che deve già fare i conti con le critiche che arrivano da David Davis (Segretario di Stato per la Brexit), Philip Hammond (ministro delle Finanze) e Boris Johnson (ministro degli Esteri), sui i termini dei negoziati per l’uscita del paese dall’Ue inaugurati la scorsa settimana, e con questioni che rimangono ancora piuttosto controverse come le politiche economiche e sociali, e l’austerità sugli aumenti salariali nel pubblico impiego.
L’accordo tra tra i Tories e gli unionisti nordirlandesi, tuttavia, dà la sua prima prova di solidità, bocciando tutti gli emendamenti proposti dal Laburisti tra cui quello presentato dallo stesso Jeremy Corbin (323 voti contro 297) a supporto di un progetto di “soft Brexit” che possa consentire al paese di conservare “i vantaggi dell’adesione al mercato unico e all’unione doganale” attualmente detenuti, nonché di mantenere come priorità “la difesa e l’occupazione”. Bocciato anche l’emendamento avanzato per permettere alle donne nordirlandesi di abortire nel resto del Regno Unito, lanciato come provocazione al divieto imposto dal partito in Ulster, così come quello sulla permanenza del paese nel mercato unico europeo dopo l’uscita dall’Unione Europea.
E mentre i Tories cantano vittoria, il leader del partito laburista Corbin che ha definito l’esecutivo “rattoppato”, si trova ad affrontare le prime controversie interne che hanno portato alla rimozione dall’incarico di tre ministri ombra del governo: Catherine West (esteri), Andy Slaughter e Ruth Cadbury (politiche abitative). Questi, “colpevoli” insieme ad altri 46 esponenti del partito, di aver votato l’emendamento sul mercato unico europeo in aperto dissenso alla linea politica ufficiale del partito.