Bruxelles – Gli Stati uniti hanno cominciato quest’anno le prime sperimentazioni sullo spettro 5G, e saranno seguiti dalla Corea del sud il prossimo anno e dal Giappone nel 2020, l’Europa non può permettersi di perdere questo treno come ha fatto con il 4G. L’appello del direttore generale della DG Connect, Roberto Viola, durante la ‘Conferenza europea sullo spettro’ non lascia spazio a fraintendimenti: l’Ue deve agire sulla connessione mobile ultraveloce, e farlo in fretta. “Gli Stati membri e il Parlamento europeo stanno attualmente dibattendo in maniera accesa sulla proposta della Commissione per un nuovo quadro normativo delle telecomunicazioni, che include anche una riforma ambiziosa dello spettro”, ha detto Viola, “ci sono resistenze fra i Paesi Ue” che non vogliono “cominciare ora una riforma normativa sostanziale a causa di supposte incertezze relative al mercato e agli sviluppi tecnologici. Preferiscono lo status quo e il ‘massimo della flessibilità’ per gestire lo spettro su misura in base alle circostanze nazionali”. “Sono seriamente preoccupato per questi sviluppi, e lo sono anche gli stakeholders” come Etno, Gsma e Digital Europe, ha sottolineato il direttore generale, che si è detto “felice che la prossima presidenza di turno estone voglia avere una vera discussione sulla sostanza, sulle sfide presenti e i bisogni futuri, con i ministri delle telecomunicazioni a Tallin a metà luglio”. “La realtà è che l’Europa ha perso la guida nel 4G a causa di un approccio molto frammentario alla gestione dello spettro”, ha rincarato la dose Viola, che si dice “pronto” a iniziare un dialogo costruttivo con gli Stati per un “risultato che sia un successo”.
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