Bruxelles – Dopo le richieste di progresso avanzate al vertice europeo della settimana scorsa per il contrasto al terrorismo, all’odio e all’estremismo violento, dalla Commissione europea arrivano nuove proposte concrete. “L’Europa deve far fronte contemporaneamente alle sfide in materia di sicurezza e alle minacce terroristiche tramite nuove azioni a livello di Unione europea e un’accelerazione delle iniziative attualmente in corso per proteggere i nostri cittadini”, ha affermato il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans.
In tema di lotta alla radicalizzazione la Commissione ha oggi presentato alcune iniziative in merito all’uso delle comunicazioni digitali e il problema del ritorno in patria dei foreign fighters (combattenti stranieri), tema caldo per l’Europa insieme a quello dei cosiddetti home grown terrorists (terroristi cresciuti in casa), che si radicalizzano e si addestrano principalmente sul web. Le partenze di cittadini occidentali verso teatri di guerra come quelli di Siria e Iraq sono in calo, ma il dato preoccupante, come evidenzia un rapporto del Center for Counter-Terrorism dell’Aia, è proprio quello della crescita del numero di terroristi cresciuti in casa e di foreign fighters di ritorno nei loro paesi di origine. Questione, quest’ultima, sollevata anche dal direttore esecutivo del comitato anti-terrorismo delle Nazioni Unite nel maggio scorso e per cui la Commissione ha annunciato che la rete UE di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione (RAN) organizzerà una serie di seminari destinati alle autorità nazionali.
In tema di lotta alla radicalizzazione online, la Commissione, già impegnata dal 2015 insieme alle principali società di internet anche attraverso il Forum dell’Ue su Internet, invita ora gli Stati membri a creare a livello nazionale organismi analoghi all’unità di Europol addetta alle segnalazioni su internet (Internet Referral Unit). Per quanto riguarda la prevenzione, aspetto cruciale della lotta alla radicalizzazione, la Commissione istituirà a breve un gruppo di esperti ad alto livello per sviluppare politiche meglio definite in questo settore e migliorarne l’impatto. A lungo termine, la Commissione vuole puntare su misure di inclusione sociale e integrazione attraverso iniziative come Erasmus+ e il pilastro europeo dei diritti sociali, e collaborando con i paesi tramite una formazione mirata e contributi finanziari.