Bruxelles – Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk avanza l’ipotesi di adozione di sanzioni contro i trafficanti di esseri umani da parte delle Nazioni Unite. Presente oggi a Berlino, in occasione del vertice dei paesi europei membri del G20, Tusk ha ricordato l’importanza dell’Ue nell’affrontare i problemi di sicurezza che affliggono il pianeta: “Il fatto che si siamo incontrando qui oggi, è il perfetto esempio del fatto che l’Europa stia prendendo più responsabilità a livello internazionale in questi tempi turbolenti”.
“Quando si affrontano le più grandi sfide a livello globale, l’Europa diviene un punto di riferimento per tutti coloro che danno valore alla democrazia liberale e ai diritti umani, al commercio libero ed equo, alla lotta contro il cambiamento climatico, la povertà e la violenza”, ha affermato Tusk, lanciando l’idea di un’azione che coinvolga anche altri paesi non membri dell’Ue per combattere il fenomeno dei flussi migratori. “Il mio suggerimento – ha avanzato Tusk – è quello di invitare gli altri membri del G20 a considerare, ad esempio, l’adozione di sanzioni da parte dell’Onu”. Procedura che richiede “l’accordo dei membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Le parole del presidente del Consiglio europeo che sarà presente alla riunione del G20 della prossima settimana insieme al presidente della Commissione Jean-Claude Junker si riferiscono chiaramente alla procedura prevista dall’Art. 41 della Carta delle Nazioni Unite, relativa all’adozione di misure che non implicano l’uso della forza (interruzioni dei rapporti commerciali , delle comunicazioni e delle relazioni diplomatiche) da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Una pratica che è andata via via evolvendosi nel corso degli anni e che si è spostata dall’adozione di sanzioni adottate nei confronti di Stati, verso sanzioni mirate anche contro entità non statali e individui, come sarebbe, appunto, il caso preventivato da Tusk.
Juncker: “Italia e Grecia eroiche”
Dopo la riunione il presidente del Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha ripetuto per l’ennesima volta che “da molto tempo in Commissione siamo convinti che non possiamo abbandonare né l’Italia né la Grecia. Insieme dobbiamo compiere sforzi per sostenere queste due nazioni che sono eroiche”.
Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, ha spiegato di ave detto ai leader europei del G20 che “siamo di fronte a numeri crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza. Abbiamo internazionalizzato le operazioni di salvataggio ma l’accoglienza resta di un Paese solo. Questo ci mette sotto pressione, ma abbiamo un aspetto umanitario, di rispetto delle leggi e lo confermeremo”.
Riferendosi poi più direttamente alle minacce venute ieri di una chiusura dei porti alle navi di Ong non italiane Gentiloni ha spiegato che “non violiamo le regole o vogliamo rinunciare a un atteggiamento umanitario: siamo sotto pressione e chiediamo il contributo concreto degli europei”. Dopo aver ricordato anche che “l’Italia non si è mai sottratta ai propri impegni per soccorso in mare e accoglienza umanitaria e non intende farlo, ma chiede di discutere del ruolo delle Ong, della missione di Frontex, delle risorse a disposizione per lavorare in Libia e negli altri Paesi africani, della possibilità di allargare i nostri programmi”. Gentiloni ha poi ringraziato “i colleghi europei per la solidarietà e la comprensione di queste difficoltà che devono essere affrontate assieme. Anche dalla Commissione europea è arrivata una disponibilità che avrà, mi auguro – ha sottolineato -, un primo sbocco mercoledì prossimo nell’incontro tra ministri dell’Interno a Tallin”.
Merkel: “Aiuteremo l’Italia”
La cancelliera tedesca Angela Merkel, ospite del vertice di oggi, ha promesso che “aiuteremo l’italia, ci sta a cuore. Ma dobbiamo lavorare per una soluzione politica in Libia, non possiamo accettare che in quel Paese regni l’illegalità”.
“Noi sosteniamo l’Italia, e la Francia deve fare la sua parte sull’asilo di persone che vogliono rifugio. Poi c’è il problema di rifugiati economici, e questo non è un tema nuovo: l’80 per cento dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, secondo il quale tra Italia e Francia a Ventimiglia c’è una “collaborazione esemplare” a Ventimiglia.
Un altro premier mediterraneo, lo spagnolo Mariano Rajoy, ha insistito sul fatto che “dobbiamo fare leva sui Paesi di origine dei flussi migratori. Siamo solidali con il governo e con il popolo italiani e assicuriamo qualunque aiuto all’Italia perché la situazione non diventi insostenibile”.