Bruxelles – La Commissione europea riconosce le ragioni dell’Italia nel minacciare di chiudere i porti alle imbarcazioni delle Ong. Non piace però il modo in cui le autorità italiane hanno manifestato l’intenzione. L’esecutivo comunitario è disposto a trovare una soluzione, dicendosi pronta ad assistere non più solo gli Stati membri ma pure le organizzazione non governative. Lo ha detto la portavoce della Commissione responsabile per le questioni di immigrazione, Natasha Berthaud, il giorno dopo le comunicazioni verbali avute tra l’ambasciatore italiano presso l’Ue, Maurizio Massari, e il commissario per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos.
“Capiamo la situazione in cui si trova l’Italia, ma ogni volta che si cambiano politiche queste intenzioni vanno discusse con gli altri Stati membri e comunicate in modo appropriato”. Berthaud chiede di evitare cambiamenti dall’oggi al domani (“overnight” è i termine usato dalla portavoce). Bruxelles chiede di fatto all’Italia di astenersi dal prendere azioni unilaterali. Il problema c’è e in Commissione ne sono consapevoli, si capisce dalla parole usate da Berthaud. Tuttavia nell’Ue si lavora a 28, e i 28 si ritroveranno il 6 luglio a Tallin per la riunione informale del consiglio Giustizia e affari interni. “Il consiglio della prossima settimana sarà il luogo dove i ministri parleranno di questo a livello politico”.
Berthaud, nel ricordare che ogni eventuale chiusura dei porti italiani riguarderebbe solo le ong e non colpirebbe le operazioni di ricerca e soccorso condotte dalla guardia costiera europea Frontex, sottolinea l’importanza di dare indicazioni chiare alle ong, con la Commissione disposta ad aiutare.