Bruxelles – Le vacanze non fermano la Brexit, al massimo ne rallentano il ritmo concedendo qualche giorno in più ai team impegnati nei negoziati. Questo suggerisce il calendario delle riunioni concordato tra Unione europea e Regno Unito nel momento in cui sono state definite le condizioni di lavoro. Tra queste impegni precisi per incontri da tenere su base regolare, ma senza rinunciare ad un certo indice di flessibilità, utilizzato per il periodo della pausa estiva. Le condizioni che le due parti hanno stabilito prevedono che “in linea di principio” i round negoziali si tengano una volta ogni quattro settimane. Il primo incontro si è tenuto il 19 giugno, il secondo è segnato sul calendario per il 17 luglio, e il terzo è fissato per il 28 agosto, sette settimane più tardi.
E’ stato ripetuto più volte che è stato perso tempo. Londra ha notificato a marzo l’intenzione di uscire dall’Ue attivando le procedura previste dall’articolo 50 dei Trattati, e solo a giugno si è seduta al tavolo per iniziare le trattative per le condizioni di abbandono. Da quando si è tenuto il referendum che ha decretato la Brexit a quando se n’è iniziato a parlarne davvero, è trascorso un anno. La Commissione aveva chiesto di avviare i lavori il prima possibile, e ora che finalmente i desideri sono stati esauditi ecco che in estate le attività slitteranno oltre le quattro settimane previste. Niente paura, però, perché i negoziatori possono incontrarsi tra un round negoziale e l’altro in vista della loro convocazione. Vuol dire che si rimane per svolgere il lavoro preparatorio. E poi da settembre si riparte a vele spiegate. Il calendario prevede una riunione il 18 settembre (tre settimane esatte dal round negoziale del 28 agosto) e poi il 9 ottobre (tre settimane dopo). Insomma, si accelera.