Bruxelles – La Nato accrescerà la sua presenza in Afghanistan ma non tornerà a combattere direttamente e continuerà ad occuparsi solo dell’addestramento e del supporto delle forze locali. Lo ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg oggi a Bruxelles dove si terrà la ministeriale Difesa. “Aumenteremo la nostra presenza in Afghanistan. Dobbiamo comprendere che si tratta di addestramento, assistenza, consulenza. Non di condurre operazioni di combattimento, ma di aiutare gli afgani nella lotta”. Stoltenberg non ha detto quanti militari in più verranno inviati, “non mi aspetto numeri specifici” ha affermato rispetto alla discussione di oggi, ma secondo fonti diplomatiche si potrebbe trattare di 3mila soldati in più. Il ministro della Difesa britannico Michael Fallon ha dichiarato che Londra fornirà un totale di meno di 100 soldati che si aggiungeranno ai 500 già nel Paese. Attualmente la Nato ha 13.500 militari in Afghanistan, la metà sono americani.
Per il segretario generale è necessario un “maggiore sforzo e sostegno” da parte della Nato in particolare in tre settori: nel “rafforzare le loro forze speciali”, nel “sostenere lo sviluppo della forza aerea afgana”, che è “importante sia nella lotta contro i gruppi terroristici che i talebani, ma anche per per sostenere le forze armate sul terreno”, e infine “per intensificare i nostri sforzi quando si tratta di leadership e addestramento degli ufficiali”.
Stoltenberg si è anche felicitato della nuova iniziativa di pace intrapresa dal presidente Ashraf Ghani, il Kabul process. “Siamo tutti d’accordo che nel lungo periodo quello di cui abbiamo bisogno, la sola soluzione duratura e sostenibile in Afghanistan, è una soluzione politica e negoziata”, ha concluso.
La Nato ha terminato le operazioni militari in Afghanistan nel 2014 quando ha consegnato la linea del fronte all’esercito afgano e ha iniziato la missione di addestramento.