Bruxelles – Anche la mafia emigra. L’azione di repressione del governo italiano e la crisi economica del Sud Europa spingono la criminalità organizzata a cercare profitti in zone più ricche e con meno esperienza di controllo su questo tipo di reati.
Lo rivela il quotidiano britannico The Guardian, che ha ottenuto dei dettagli su un’operazione anti-droga su vasta scala nel sud-ovest della Germania, che, “mostrano la misura in cui i clan della mafia hanno migrato in alcune delle regioni più ricche dell’economia europea dopo aver subito problemi finanziari in Italia”.
Nell’operazione sono stati arrestati diciannove sospetti traffico di droga e beni e soldi per 4 milioni di euro sono stati sequestrati nella città sud-occidentale di Villingen-Schwenningen il 21 giugno, in un’azione congiunta della polizia di Palermo e di quella tedesca. La banda operava principalmente a Rottweil e Stoccarda nel Land del Baden-Württemberg, che confina con la Francia e la Svizzera e ha il tasso di povertà più basso di tutti i 16 stati della Germania. Secondo le autorità italiane, gli arrestati hanno contrabbandato tonnellate di marijuana e cocaina dall’Albania in Germania e hanno riciclato i profitti delle slot machine che hanno costretto i proprietari di bar e negozi locali ad installare. Secondo il Guardian la polizia italiana sospetta inoltre che i profitti derivanti dal traffico di droga siano stati utilizzati per acquistare armi nei Balcani.
Nel 2016, un team di 300 investigatori ha iniziato a utilizzare intercettazioni e telecamere nascoste per tenere traccia dei movimenti dei sospetti. Una delle intercettazioni viste dal Guardian registra una sparatoria da un’auto nel maggio del 2016, in cui i membri della banda si dicono di aver frantumato la finestra di un bar per intimorire un proprietario che aveva rifiutato di installare slot machine gestite dalla mafia. I trafficanti di droga lavoravano in Germania al servizio della famiglia Mondino, una famiglia mafiosa di Palermo nel quartiere di Passo di Riganò.
Secondo le cifre del ministero degli interni italiano, dal 1990 sono stati arrestati in Sicilia 4.000 mafiosi e nel frattempo il mercato delle costruzioni in Sicilia, una delle più importanti “imprese” mafiose della regione, è stato gravemente colpito dalla crisi economica. Secondo Ance, l’associazione degli imprenditori italiani delle costruzioni, i profitti nel settore sono diminuiti del 90% dal 2007.
Anche il “pizzo” è entrato in crisi, ed impossibilitati a pagare soldi per la “protezione”, i negozianti e gli uomini d’affari siciliani, afferma il Guardian, sono sempre più disponibili ad aiutare la polizia nella lotta contro Cosa nostra.
“La mafia italiana, inclusa la potente ‘ndrangheta in Calabria, ha investito denaro e beni in Germania negli ultimi anni. Come altre società legali in Europa, hanno trovato opportunità commerciali molto redditizie”, ha spiegato Giuseppe Campobasso, responsabile dell’unità anti-droga della polizia finanziaria italiana in Sicilia e che ha guidato l’operazione in Germania dalla parte italiana, aggiungendo che molti criminali “hanno fatto le valige e si sono trasferiti a
Villingen o Stoccarda, dove hanno trovato condizioni molto redditizie”.
Petra Reski, giornalista che ha scritto un libro sull’influenza crescente della mafia in Germania, spiega al Guardian che il paese ha avuto la più alta presenza mafiosa in Europa dopo l’Italia. “Sono alla ricerca di opportunità di investimento sicure che permettono loro di riciclare denaro, ed è inevitabile – spiega la giornalista – che siano attratti dalle parti più ricche d’Europa e in particolare da aree in cui esistono già persone e imprese con collegamenti in Italia”.