Roma – Il risultato delle amministrative di domenica scorsa ha decisamente rinvigorito Forza Italia e, con il partito azzurro, anche i popolari europei, che adesso vedono in Italia la possibilità di tornare al governo. Come il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, anche il capogruppo del Ppe a Strasburgo sottolinea come il centrodestra unito sia in grado di ottenere successi elettorali. In una intervista rilasciata a Il Messaggero, l’esponente del Ppe vede nel responso delle urne “il chiaro segnale di una svolta nella politica interna italiana”, che “corrisponde alla tendenza che sta prevalendo nelle elezioni in tutta Europa, dove la pubblica opinione preferisce il centro ai populismi”, come “si è visto in Olanda e in Francia”.
Per Weber, dunque, l’antieuropeismo leghista dovrebbe lasciare spazio, nella coalizione di centrodestra, alla moderazione del partito azzurro.Tanto più che la Lega è radicata solo al Nord, mentre “l’unica vera forza che può vincere su tutto il territorio nazionale è Forza Italia”, indica. Il partito di Silvio Berlusconi, “deve quindi avere un ruolo di guida in ogni patto o collaborazione”, sentenzia ancora il tedesco, dicendosi “molto grato” con il leader di Fi per le sue recenti dichiarazioni che hanno confermato l’orientamento europeista del partito.
Su chi debba guidare questa coalizione di centrodestra a trazione azzurra, Weber spera sotto sotto che possa essere ancora lo stesso Berlusconi, nel caso arrivasse una sentenza favorevole dal suo ricorso alla Corte europea per i diritti dell’uomo contro l’espulsione dal Senato. Ma “non possiamo intervenire in alcun caso discusso dalla Corte di Strasburgo”, risponde al giornalista. Quindi, qualunque sia il candidato premier di una eventuale coalizione di centrodestra, “la decisione spetta a Forza Italia”, indica, e “non importa il curriculum il curriculum del futuro leader”, quanto “che segua questa linea europeista, pro-riforme e rinnovamento”.
Infine, sull’ipotesi che sia un’alleanza tra Forza Italia e il Pd a governare nella prossima legislatura, “tutto è possibile”, chiosa, “ma la linea deve essere chiara: pro-Europa e pro-riforme”. Un paletto che di fatto è condiviso da Berlusconi, e che rende più difficile la formazione di un’alleanza con il Carroccio di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Solo una legge elettorale che costringesse i due leader sovranisti ad alleanze sarebbe in grado di imporre loro una svolta verso posizioni più moderate per correre insieme a Forza Italia. Il vento però va verso un sistema proporzionale che spinge ognuno a correre per sé, e lascia molte incertezze sul post voto. Da un lato l’ipotesi che si crei una maggioranza euroscettica tra Movimento 5 Stelle e Lega, dall’altro l’ipotesi di una coalizione europeista tra il Pd e Forza Italia. Nel mezzo tutte le possibili variabili legate a un astensionismo che sembra sempre più il vero vincitore a ogni tornata elettorale.