Bruxelles- Un terzo dei lavoratori non Britannici stanno prendendo in considerazione di lasciare il Regno Unito, con un’alta probabilità che partano i lavoratori Europei più qualificati, secondo una nuova ricerca dell’impatto della Brexit sul mercato del lavoro.
La società di consulenza Deloitte ha scoperto che il 47% dei lavoratori più qualificati provenienti dall’Europa pensano di lasciare il Regno Unito nei prossimi cinque anni. Una relazione avverte delle implicazioni gravi per i datori di lavoro, aumentando la pressione sui ministri per elaborare piani di immigrazione più ragionevoli, trovare modi per migliorare le competenze dei lavoratori britannici e utilizzare meglio i robot sui posti di lavoro.
Nel complesso, il 36% dei lavoratori non britannici nel Regno Unito ha dichiarato di aver pensato di partire nei prossimi 5 anni, si tratta di 1,2 milioni di posti di lavoro su 3,4 milioni di lavoratori migranti nel Regno Unito. Più di un quarto dei lavoratori (26%) ha dichiarato di aver preso in considerazione il fatto di lasciare il Regno Unito entro tre anni.
La ricerca dimostra con altre prove che il voto sulla Brexit ha già spinto alcuni lavoratori provenienti da altri paesi dell’Ue a partire. Questo è dovuto in parte all’incertezza intorno alle prospettive economiche del Regno Unito e in parte perché il salario che i lavoratori guadagnano in sterline, ormai vale di meno in euro. Il valore della sterlina è sceso notevolmente dopo il referendum ed è ancora in calo del 13% rispetto all’euro, comparato al giorno della votazione.
Deloitte ha fatto un sondaggio, interrogando 2.242 lavoratori Europei e non Europei, la metà vivente nel Regno Unito e la metà vivente all’esterno, per valutare le loro opinioni su ciò che rende la Gran Bretagna attraente e quanto sono disposti a venire nel paese o a lasciarlo. L’indagine condotta prima del risultato elettorale inconcludente di questo mese, ha avuto come risultato che il Regno Unito era ancora un luogo attraente dove lavorare per i residenti d’oltremare, ma che il referendum aveva modificato le percezioni della la gente che già viveva lì.
Il paese è stato classificato dagli intervistati situati al di fuori del Regno Unito, come il luogo più desiderabile per lavorare, con il 57% degli interrogati che lo collocano nelle prime tre destinazioni ideali. Questo ha messo il Regno Unito davanti agli Stati Uniti, all’Australia e al Canada per la popolarità.
Ma tra i lavoratori residenti nel Regno Unito, il 48% ha dichiarato che la Brexit ha reso il Paese molto meno attraente di prima. Solo il 21% dei lavoratori al di fuori del Regno Unito ha condiviso tale opinione.
“La diversità culturale del Regno Unito, le opportunità di lavoro e la qualità di vita sono pregi che continuano ad attirare le persone migliori e più brillanti del mondo”, ha dichiarato David Sproul, amministratore delegato di Deloitte nord-ovest dell’Europa.
“Ma i lavoratori stranieri, specialmente quelli dell’Ue, ci dicono che sono più propizi di prima a lasciare il Regno Unito. Ciò indica un disavanzo di competenze a breve e medio termine che può essere soddisfatto in parte attraverso l’apprendimento della forza lavoro domestica, ma che beneficerebbe anche di un sistema di immigrazione adeguato alle esigenze dell’economia “.
L’effetto del referendum è stato più incisivo tra i lavoratori Europei altamente qualificati del Regno Unito, con il 65% che descrive il paese meno attraente in seguito al voto di Brexit. Tra i lavoratori meno qualificati, il 42% dei cittadini dell’Ue e il 25% dei cittadini extracomunitari hanno dichiarato che il Regno Unito è ormai meno attraente.
Altre ricerche hanno suggerito che i posti vacanti stanno diventando sempre più difficili da riempire. Un recente sondaggio da parte della Confederazione del reclutamento e dell’occupazione segnala la carenza di competenze attraverso una gamma di oltre 60 ruoli. Altre cifre hanno mostrato un calo del 96% del numero di infermieri Europei che si sono registrati per lavorare nel Regno Unito dopo il referendum.
Fonte: The Guardian
Traduzione: Bianca Bavati