Roma – “Siamo fermi sul Ttip, aspettando le nuove intenzioni dell’amministrazione statunitense, ma la volontà europea è quella di andare avanti”. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, prova a rivitalizzare la discussione sull’accordo di libero scambio tra Ue e Usa, il Ttip, intervenendo a un incontro organizzato da Senato italiano, dove si sta discutendo la ratifica del Ceta, l’analogo accordo che l’Ue ha concluso con il Canada.
Per Tajani il Ttip è lo strumento che può tutelare le nostre aziende nazionali dal fenomeno dell’Italian sounding, ovvero “schifezze vendute come prodotti italiani” e aprire nuove opportunità commerciali che aiuterebbero la crescita e un rilancio dell’occupazione giovanile. Un obbiettivo, quest’ultimo, che deve essere perseguito con una “rivoluzione industriale” europea, che poggi sulla “digitalizzazione” e sulla “green economy”.
Per Tajani serve una “vera politica industriale”, in grado di sostenere le piccole e medie imprese. In quest’ottica rientra anche la nuova normativa antidumping in fase di approvazione all’Europarlamento, indica il presidente. “Non penso di fare guerre economiche alla Cina, ma bisogna rispettare le regole”, precisa tirando direttamente in ballo il principale destinatario delle misure di protezione dalla concorrenza sleale.
Nel suo intervento, Tajani ribadisce la convinzione che non basti il rinato asse franco tedesco a rilanciare l’Ue. Serve il contributo di Italia e Spagna, perché “non possiamo pensare di avere un’Europa non equilibrata”.
Infine, un passaggio del discorso del presidente assume un senso particolare all’indomani dei ballottaggi delle amministrative Italiane. Le urne hanno consegnato un centrodestra trionfante in molti capoluoghi attorno all’intesa Lega-Forza Italia, ma le parole di Tajani confermano quanto rimanga complesso tradurre questo modello di alleanze locali a livello nazionale. L’esponente di Forza Italia e vicepresidente del Partito popolare europeo, infatti invoca un “progetto politico” per l’Ue e indica in Emmanuel Macron uno degli esempi da seguire, perché è convinto che “il sovranismo non possa essere la soluzione” ai problemi e alle sfide che l’Unione europea ha davanti. Una posizione difficilmente conciliabile con quelle del leader del Carroccio Matteo Salvini.