Bruxelles – L’Europa è solo a trazione franco tedesca e senza Berlino e Parigi non va da nessuna parte. Al suo primo Consiglio europeo Emmanuel Macron si è posto prepotentemente alla guida dell’Ue insieme ad Angela Merkel, senza nemmeno aspettare di vedere se alla prova dei fatti si dimostrerà capace prima di guidare il suo Paese.
“Quando Francia e Germania non sono d’accordo l’Europa non avanza”, afferma con qualche ragione, e spiega che questo è vero perché “non ci sono soluzioni europee pertinenti se non sono prima pertinenti per Francia e Germania”. Lo ha detto senza mezzi termini in una conferenza stampa congiunta con la cancelliera al termine del Vertice Ue. Per Macron l’asse franco tedesco è “necessario” anche se, concede, “non sufficiente” per il successo dell’Europa. Il leader di En Marche! rivendica la continuità con “il metodo di lavoro che univa Helmut Kohl e François Mitterrand”, che “ha pienamente dimostrato la forza della collaborazione e dell’alleanza dei nostri due Paesi”.
“Questo Consiglio ha mostrato un nuovo spirito e i preparativi franco-tedeschi hanno contribuito” al suo successo, ha rivendicato Merkel secondo cui anche se “non siamo sempre d’accordo”, l’asse tra Berlino e Parigi continua a “dare prova di buoni risultati”. Anche la conferenza stampa comune al primo Consiglio europeo di Macron secondo Merkel “mostra che siamo determinati a contribuire insieme alle soluzioni”, ma questo per la cancelliera però “non vuol dire che siamo soli ma che vogliamo lavorare insieme”, e che ciò “non impedisce di lavorare strettamente con altri”. E quando lo scorso anno lavorarono insieme lei, Francois Hollande e Matteo Renzi, in una sorta di triunvirato nato nel mini vertice di Ventotene ad agosto, la collaborazione durò circa un mese prima di rompersi e tornare dalla trazione a tre a quella più rodata a due.
Ma su quali risultati porterà il tanto sbandierato asse Macron si tiene però cauto. “Lavoriamo insieme e lo stiamo mostrando ma è meglio fare e presentare quello che otteniamo in concreto, piuttosto che fare annunci che creano solo pressione”, e quindi “quando avremo qualcosa di robusto lo presenteremo”. A l’Europa a quanto pare non resta che stare a guardare e aspettare.