Bruxelles – Sondare il terreno sì, negoziare no fino a quando la Brexit non sarà realtà. Questo è ciò che il Regno Unito potrà fare per stringere futuri accordi commerciali con Usa e altri Paesi terzi, prima di aver abbandonato definitivamente l’Ue. A ribadirlo è la commissaria europea per il Commercio Cecilia Malmstroem, durante un evento organizzato da Politico. “E’ naturale che la Gran Bretagna stia esplorando il terreno e inizi a prepararlo”, visto che una volta uscita dall’Ue abbandonerà tutti quegli accordi commerciali firmati anche a suo nome.
Secondo la Malmstroem, il fatto che Londra stia perlustrando nuove vie, non crea un un “reale danneggiamento” degli interessi europei, confermando il fatto che “la linea rossa” che i britannici non possono superare rimane quella dell’avvio di veri e propri negoziati commerciali prima di aver concluso il divorzio dai 27 Stati membri, “ma non credo che lo faranno” ha aggiunto.
La commissaria, inoltre, ha tenuto a precisare che la Brexit, almeno per il momento, “non ha assolutamente alcun impatto sui negoziati che abbiamo in corso sugli accordi di libero scambio” con altri paesi che l’Ue sembra determinata a voler chiudere entro fine anno. “Spero che gli accordi con Giappone, Messico e Mercosur vengano concordati a livello politico entro la fine di quest’anno”, ha riferito infatti la Malmstroem, augurandosi che il Ceta (trattato di libero scambio tra Canada e Ue) e l’accordo commerciale con Singapore possano entrare in vigore in modo provvisorio nello stesso periodo, in attesa della ratifica di tutti i parlamento nazionali.
E se l’Ue fa passi in avanti con questi paesi, rimane invece bloccata sul versante Stati Uniti in merito ai negoziati del Ttip, accordo di libero scambio che per il momento “è congelato”, ha affermato la commissaria, aggiungendo che “non sembra essere una priorità per gli Usa che si sono concentrati su Nafta e Ttp” da quando è stato eletto Donald Trump. E su questo gioca sicuramente un impatto la svolta dell’amministrazione Trump in tema di politiche commerciali. Queste “stanno andando in una direzione molto protezionistica”, ha spiegato la Malmstroem. Segnali del cambiamento di direzione arrivano dalla clausola della sicurezza nazionale per l’acciaio e il “Buy American”, misure che “anche se non sono mirate contro l’Ue, ci colpiranno duramente, per questo dovremo rispondere” ha affermato la commissaria, chiarendo che prima di agire, in ogni caso, “dovremo consultare gli Stati membri”.