Bruxelles – La prima giornata dei negoziati sulla Brexit è stata segnata, almeno all’apparenza, dalla buona volontà di raggiungere una conclusione positiva alle trattative sul divorzio del Regno Unito dall’Unione europea. “La prima sessione è stata utile a partire col piede giusto”, garantisce il capo negoziatore dell’Ue Michel Barnier al temine della giornata ribadendo la convinzione che “un buon accordo è possibile, ed è meglio di nessun accordo”. Per spiegare lo stato d’animo con cui approccerà i negoziati cita il suo connazionale Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’Ue: “A chi gli chiedeva se fosse ottimista o pessimista lui rispondeva di essere determinato”.
“Ci siamo addirittura coordinati sulle citazioni”, scherza il negoziatore britannico, il Segretario di stati per la Brexit David Davis, prendendo poi in prestito le parole di Winston Churchill quando disse “i pessimisti vedono difficoltà in ogni opportunità e gli ottimisti opportunità in ogni difficoltà”, aggiungendo poi: “Io sono un determinato ottimista”.
“Abbiamo concordato che i nostri più stretti collaboratori inizieranno un dialogo sull’Irlanda” perché “la protezione del Good Friday e della Common Travel Area sono le questioni più urgenti da discutere”, spiega Barnier. Per Davis quella irlandese “non è una questione secondaria, al contrario”, e proprio per questo “iniziamo subito le discussioni perché ci vorrà tempo, è una questione molto complessa e sensibile e la prendiamo molto seriamente”, assicurando che il tema “non ha niente a che vedere con le discussioni nella Camera dei Comuni” dove i conservatori stanno trattando con gli Unionisti del Dup per garantire la fiducia al governo di Theresa May.
Ma il fatto che May sia in evidente difficoltà dopo la batosta elettorale non ha aiutato certo Londra a presentarsi al primo giorno di negoziati con grande forza, e non a caso al momento è Bruxelles che detta le regole. “Il primo passo sarà affrontare le questioni più pressanti per lasciare le incertezze causate dalla Brexit e assicurarsi che il ritiro avvenga in maniera ordinata”, e solo poi “in un secondo momento ci concentreremo sulla futura partnership” dichiara Barnier spiegando poi nel dettaglio come si svolgeranno i negoziati: “L’obiettivo è quello di avere una settimana di negoziati ogni mese e usare il tempo in mezzo per lavorare sulle proposte e scambiarcele”. Nel primo momento i negoziati saranno divisi in 3 gruppi di lavoro: diritti dei cittadini, accordo finanziario e altre questioni. Sull’importanza dei diritti dei cittadini, sia di quelli europei nel Regno Unito che viceversa, entrambi si mostrano convinti. “È la principale priorità” dichiara Davis che si dice “determinato a concludere il lavoro il prima possibile”. Ma per tutta la conferenza stampa il britannico non nomina nemmeno le questioni finanziarie che sono chiaramente le più spinose. L’impressione è in generale che Davis oggi abbia piuttosto ascoltato il punto di vista europeo senza portare alcuna proposta concreta dall’esecutivo britannico, esecutivo che non ha neanche la certezza di durare per tutti i due anni di negoziati. “Io lavoro con il governo britannico e il suo rappresentante ufficiale David Davis, posso dire solo questo”, si limita a rispondere Barnier a chi gli chieda se si sentisse fiducioso che nei prossimi mesi Davis sarebbe ancora stato al suo posto.
Per quanto riguarda la futura relazione che il Regno Unito vuole ottenere con l’Ue il segretario di Stato britannico ha ribadito l’intenzione di lasciare Mercato Unico e unione doganale aggiungendo che l’obiettivo è “un accordo di libero scambio e sulle dogane”, quest’ultimo importante perché “è il solo modo per sviluppare in futuro accordi di libero scambio con il resto del mondo, una delle maggiori preoccupazioni della Gran Bretagna”.