Bruxelles – La Banca centra europea (Bce) “si sta preparando per le conseguenze” del divorzio di Londra dall’Ue, e intende far sì che “le banche dell’area euro, in particolare quelle con sportelli o filiali nel Regno unito, ma anche con altri legami di affari” con l’Uk, “abbiano piani di emergenza e siano preparate alla possibilità di una ‘hard Brexit’”. È quanto ha dichiarato la presidente della Vigilanza unica europea della Bce (Ssm), Danielle Nouy, parlando alla commissione Economica del Parlamento europeo. “Prima ci assicuriamo che le banche nel Regno Unito abbiano piani di contingenza per un’eventuale ‘hard Brexit’”, ha aggiunto, “poi ci assicuriamo che quelle che devono essere ricollocate altrove siano trattate in modo equo”, ha aggiunto.
La dirigente ha infatti spiegato che a Francoforte si stanno “preparando tutti gli aspetti operativi relativi a una possibile rilocalizzazione nell’Eurozona delle banche stabilite nel Regno Unito”. In particolare, Nouy ha ammesso che “le differenze di regolazione tra le opzioni degli Stati membri e la discrezionalità nel quadro di supervisione prudenziale persistono, e ciò può avere un impatto sostanziale nel contesto di Brexit”. Quindi è importante garantire “che non ci siano spazi per arbitraggi tra approcci diversi di supervisione”.
Nouy ha parlato anche delle sofferenze degli istituti di credito dei Paesi membri annunciando che questo “è una sfida seria”. “La qualità degli asset bancari resta una sfida seria, ma il problema è concentrato in alcuni Paesi”, ha detto la presidente della vigilanza unica della Bce (Ssm), spiegando che i crediti non performanti “hanno contribuito alla bassa profittabilità delle banche”, che quando hanno molte sofferenze in pancia “è meno probabile diano credito all’economia reale”. La Bce, ha ricordato, a marzo scorso ha chiesto alle banche una strategia realistica, “iniziativa che già dà i suoi frutti”.