Bruxelles – Netta la vittoria registrata dal partito di Emmanuel Macron al secondo turno delle legislative in Francia. La République en Marche conquista la maggioranza assoluta dell’Assemblea Nazionale, ottenendo il 53,38% sei seggi. 308 i deputati eletti, ai quali si aggiungono i 42 del Movimento Democratico di François Bayrou, partito centrista alleato di Macron, per un totale di 350 seggi. Un numero largamente sufficiente per raggiungere la maggioranza assoluta fissata a 289 seggi su 577.
Un successo dunque, anche se i risultati sono meno schiaccianti rispetto ai sondaggi che la settimana scorsa attribuivano a Macron più di 400 seggi. I Repubblicani ottengono 113 seggi presentandosi come il maggiore partito di opposizione, insieme agli alleati dell’Udi (Unione dei Democratici e degli Indipendenti) che ne hanno ottenuti 17. “La campagna intensa che abbiamo condotto di circoscrizione in circoscrizione ha permesso di costituire un gruppo sufficientemente importante per far valere le nostre convinzioni, per difendere i nostri valori”, ha affermato François Baroin, capofila dei Repubblicani per le legislative.
Deludente il risultato dei Socialisti che raggiungono soltanto il 5,2% dei seggi con 30 deputati eletti. Numeri che hanno portato alle dimissioni del segretario del partito Jean-Christophe Cambadelis. “Prendo questa decisione senza amarezza né rabbia, cosciente del mio dovere e del momento cruciale che la sinistra sta attraversando. Io mi assumo, semplicemente e tranquillamente la mia parte di responsabilità”, ha dichiarato Cambadelis nella serata di ieri.
Sono 17 i seggi ottenuti dalla sinistra radicale di Jean-Luc Melenchon, che si è subito appellato alla “resistenza” di fronte alla maggioranza del Presidente Macron. Risultati scarsi anche per il Front National di Marine Le Pen, eletta in Parlamento insieme soltanto ad altri 7 deputati del partito: cifre non sufficienti per formare un gruppo parlamentare.
Numeri sconvolgenti sono quelli dell’astensionismo, che ha raggiunto nella giornata di ieri il 57,4%, superando il tasso registrato nel primo turno delle elezioni svoltosi la settimana scorsa e registrando il numero più basso di partecipazione della Quinta Repubblica. Solo il 42,6% degli elettori si è recato alle urne per partecipare all’elezione dell’Assemblea Nazionale, che sarà del tutto rinnovata, ma che per molte forze dell’opposizione pecca in termini di legittimità e rappresentatività.