Roma – Le misure adottate dall’Unione europea per rispondere alla crisi finanziaria scoppiata nel 2008-2009 hanno funzionato, tant’è che adesso “la natura del rischio è cambiata”. È la rivendicazione di Mario Nava, direttore della direzione Vigilanza del sistema finanziario e gestione delle crisi della Commissione europea. In una audizione al Senato, il funzionario di Bruxelles spiega che “non abbiamo più rischi di natura sistemica ma idiosincratici”, legati cioè “alla situazione finanziaria dell’una o dell’altra banca, dell’uno o dell’altro operatore finanziario”. I problemi che ne potrebbero derivare, assicura, avrebbero “al massimo una dimensione regionale” e non sarebbero in grado di mettere in crisi l’intero sistema.
Detto ciò, “questi rischi devono essere certamente affrontati, per rendere il sistema ancora più sicuro e per garantire una crescita stabile, migliorando le condizioni affinché le banche continuino a finanziare l’economia reale”, precisa comunque Nava.
Nel corso dell’audizione, il rappresentante della Commissione europea viene sollecitato dai senatori su due temi caldi del completamento dell’Unione bancaria, come il sistema di garanzia sui depositi, e il limite alla quantità di titoli di Stato di un singolo Paese acquistabili dalla banche. Due questioni su cui gli interessi italiani divergono da quelli della Germania, e le risposte di Nava sono destinate a urtare proprio i tedeschi.
“Il sistema europeo di assicurazione sui depositi è certamente un elemento fondamentale del pacchetto dell’Unione bancaria”, indica il funzionario. “È un meccanismo che si basa sulla messa in comune delle risorse”, spiega evidenziando proprio il motivo per cui a Berlino non vogliono sentir parlare della sua implementazione prima che si mettano in sicurezza le banche europee, incluse quelle italiane ancora alle prese con una rilevante mole di crediti deteriorati. Sono proprio queste resistenze della Germania che costringono Nava ad ammettere che “i tempi del dibattito su questo potrebbero non essere brevi”.
Sul fronte del tetto ai titoli di Stato – una misura che invece i tedeschi caldeggiano ma che metterebbe in difficoltà il Tesoro italiano nel piazzare i propri buoni – il funzionario di Bruxelles ricorda che attualmente non sono previsti limiti e che “la norma non è una norma europea ma mondiale, e viene applicata da tutti i paesi del mondo”. Sull’introduzione di limiti “ci può essere una discussione a livello mondiale”, prosegue ancora Nava, “ma non c’è al momento una discussione a livello europeo”, conclude.