Bruxelles – Il Parlamento europeo ci ripensa, o almeno prende tempo e rimanda la decisione che molti davano per già presa sull’abbattimento e la ricostruzione di uno dei tre palazzi dell’Assemblea comunitaria di Bruxelles, operazione che costerebbe secondo le prime stime circa 430 milioni di euro.
Ieri l’ufficio di presidenza, composto dal presidente Antonio Tajani e dai 12 vicepresidenti, si è riunito per discutere dello studio che afferma che il palazzo intitolato a Paul-Henri Spaak sarebbe arrivato al termine del suo ciclo di vita, pur essendo stato costruito solo 24 anni fa. Tajani, come anche il suo predecessore Martin Schulz, hanno sempre frenato le pressioni che venivano in particolare dal segretario generale Klaus Welle per avviare grandi e costosi lavori, ed hanno cercato di vederci chiaro, chiedendo più pareri indipendenti. Ieri sera l’ufficio di presidenza ha dunque incaricato il segretario generale di presentare delle “proposte dettagliate” sulle possibili soluzioni che sono “nessuna azione, la ristrutturazione o la ricostruzione”, si legge in una nota del Parlamento Ue.
Queste proposte “dovrebbero essere accompagnate da valutazioni dettagliate sulla fattibilità dei progetti, in particolare per quanto riguarda la durata e il costo e affrontare tutte le questioni giuridiche rilevanti, in particolare per quanto riguarda le questioni in materia di responsabilità”. Il tema è molto delicato e presidente e deputati mettono le mani avanti e dopo le polemiche seguite alla pubblicazione della notizia su questo progetto e e questa spesa che a molti sembra folle. Chiarezza, sembra, è chiesta anche su eventuali responsabilità se il palazzo, così giovane, già non fosse davvero in grado di continuare a svolgere la sua funzione.
Serve “un ulteriore approfondimento tecnico perché i due studi fatti non vanno nella stessa direzione e presentano delle differenze”, ha affermato Gianni Pittella. leader dei socialisti e democratici, secondo cui “prima di assumere una decisione che ha due risvolti, uno sulla sicurezza chi frequenta il Parlamento”, e un altro “che comporta di spendere una cifra così elevata”, bisogna che il motivo di questa spesa “sia pienamente motivato e non ci devono essere alternative che consentono per fare la stessa cosa senza spendere tutti questi soldi”. Per questo il capogruppo S&D ha affermato di “non essere favorevole ad agire subito senza un ulteriore approfondimento tecnico sulla base del quale porteremo la questione al gruppo parlamentare”.
Nella nota dei servizi del Parlamento si osserva che il “ciclo di vita” della sezione principale del palazzo intitolata a Paul-Henri Spaak, quello in cui è situata tra le altre cose l’Aula della Plenaria, sta arrivando alla sua conclusione. Una constatazione che ha sorpreso non pochi visto che la sua costruzione risale a soli 24 anni fa e che l’edificio era costato allora 42 miliardi di franchi belgi, pari a poco più di 1 miliardo di euro.
Già nell’agosto del 2012 si era verificato un parziale collasso del soffitto dell’Aula della plenaria, che aveva causato la chiusura della stessa per oltre un anno e mezzo per i lavori di ristrutturazione.