Bruxelles – La Brexit inizia già a pesare sul Regno Unito. A quasi un anno dal voto che ha deciso l’uscita del Paese dall’Ue, spuntano alcuni dati preoccupanti sul sistema sanitario, che rivelano un calo del 96% del personale infermieristico proveniente da altri stati Ue. Il dato assume una certa rilevanza, visto che da lungo tempo il paese fa affidamento proprio su assunzioni di personale straniero per riuscire a rimediare alle carenze di lavoratori nel settore.
I dati pubblicati dalla Health Foundation (organizzazione benefica che si occupa di ricerca e analisi politica nel settore sanitario), inoltre, mostrano che a partire dal 2008 la maggioranza del personale straniero proviene proprio da paesi Ue.
Secondo Janet Davis, segretario generale del Royal College of Nursing, il continuo calo, in una situazione in cui si registra un deficit di 30mila infermieri soltanto in Inghilterra, “potrebbe avere gravi conseguenze per i pazienti”. I dati, dunque, dovrebbero fungere da “campanello d’allarme per il Governo che si appresta ad incominciare i negoziati per la Brexit”, e “il personale proveniente da altri stati dell’Ue può stare certo che il suo contributo è benvenuto e stimato”.
Da marzo, come riportato dal Guardian, il servizio sanitario britannico aveva annunciato l’istituzione di alcuni programmi di formazione per infermieri, con lo scopo di ridurre il vuoto lasciato dal personale straniero in partenza dopo il voto sulla Brexit. Sempre secondo il Guardian, il programma dovrebbe aumentare il numero di infermieri qualificati fino a 2.200 entro il 2019.