Roma – Sul salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza – i due istituti per quali la Commissione europea ha chiesto il reperimento di 1,2 miliardi di euro dai privati prima di dare il via libera alla ricapitalizzazione preventiva con l’apposito fondo pubblico varato lo scorso dicembre – “la soluzione è ormai prossima”. Lo assicura in un comunicato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, assicurando che “le interlocuzioni con le istituzioni europee sono incoraggianti” e che “la soluzione non contemplerà alcuna forma di bail-in”.
“Obbligazionisti senior e depositanti saranno in ogni caso pienamente garantiti”, ricorda il ministro, dal momento che sono esclusi dal meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie adottato dall’Ue e che prevede di reperire le risorse necessarie attingendo agli azionisti, agli obbligazionisti subordinati e ai correntisti sopra i 100mila euro.
La dichiarazione di Padoan improntata all’ottimismo arriva mentre si tengono i consigli di amministrazione di Popolare di Vicenza e di Intesa San Paolo, istituto tra quelli che dovrebbero intervenire per garantire il miliardo e 200 milioni di risorse private da affiancare ai 5 miliardi di ricapitalizzazione preventiva con fondi pubblici. Banca Intesa sta esaminando la questione, e già ieri, il presidente Gian Maria Gros Pietro, aveva indicato chiaramente che “ogni decisione dipende dalle condizioni che saranno poste dalle autorità europee: la Commissione europea per quanto riguarda la concorrenza e la Bce per quanto riguarda la ricapitalizzazione”. In altre parole, le banche italiane che devono contribuire al salvataggio dei due istituti veneti pretendono certezze sul fatto che non saranno chiamate ad ulteriori esborsi in futuro.