Roma – Al G7 dei ministri dell’Ambiente, a Bologna, “su tutti i temi a parte il clima c’è un accordo completo”. Lo aveva annunciato già ieri il presidente di turno, l’Italiano Gian Luca Galletti, che con i colleghi di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Usa è riuscito a trovare un’intesa unanime su un documento finale di 15 pagine, senza però riuscire a coinvolgere gli Stati uniti sull’impegno a rispettare gli accordi sottoscritti alla Cop 21 di Parigi.
Il direttore dell’Agenzia federale statunitense per l’Ambiente, Scott Pruitt, aveva lasciato i lavori ieri, con un giorno di anticipo, affidando a un funzionario di secondo piano le trattative. Oggi, Washington ha apposto la propria firma sotto il comunicato finale, pretendendo però una postilla in cui si precisa che gli Usa si sfilano da ogni impegno sugli accordi di Parigi, inclusi quelli finanziari che prevedono l’istituzione di banche multilaterali per lo sviluppo, finalizzate a sostenere gli investimenti necessari alla transizione globale verso l’economia verde.
La presidenza italiana considera comunque un successo il raggiungimento di un’intesa sulla dichiarazione finale. Anche sul clima si indica il bicchiere mezzo pieno. A dispetto delle opinioni discordanti, è la valutazione di Galletti e del suo staff, gli Usa mostrano la volontà di continuare a discutere. “Poteva essere il G7 della rottura e invece è stato il G7 del dialogo”, ha indicato il ministro italiano.
Una magra consolazione, se si pensa che l’implementazione degli accordi di Parigi sul clima rimane essenziale per gli altri partner del G7, istituzioni Ue incluse. È il commissario europeo per l’Ambiente, Karmenu Vella, a sottolinearlo. “L’Ue è profondamente rammaricata per l’annuncio del presidente Trump di ritirarsi dall’accordo di Parigi”, ma “lasciatemi essere chiaro sull’irreversibilità” di quell’intesa, ha avvertito: “l’Unione europea non rinegozierà l’accordo di Parigi”.