Bruxelles – I contatti tra Londra e Bruxelles, per l’avvio dei negoziati Brexit “sono in corso a livello di sherpa e le discussioni tecniche siamo fiduciosi che potranno iniziare questa settimana”, ma per il via alle trattative vere e proprie “non c’è motivo per predeterminare una data”. La Commissione europea, con il suo portavoce Alexander Winterstein, fa marcia indietro rispetto alla data che il capo negoziatore, Michel Barnier, aveva definito nel 19 giugno, per poter iniziare le trattative per il ritiro del Regno Unito dall’Unione europea.
“I negoziati cominceranno esattamente un anno dopo il referendum britannico, a tre mesi dalla lettera di notifica di Theresa May”, aveva dichiarato Barnier nell’annunciare il 19 giugno come la data scelta per dare il via alle trattative per il divorzio. Ma il caos che è seguito alla scommessa persa dalla premier britannica, che portando il Paese a elezioni anticipate ha perso la maggioranza assoluta e sta cercando di formalizzare un accordo stabile con gli Unionisti nordirlandesi della Dup, stanno mettendo a rischio l’inizio delle trattative.
“Noi siamo assolutamente pronti” a iniziare ha garantito Winterstein, ma la data del passaggio tra i primi contatti tecnici e informali alle discussioni vere e proprie “non dipende da noi”. I contatti tra gli sherpa saranno “discussioni prima logistiche e poi sulle future trattative” e “siamo ottimisti” che questi contatti “possano cominciare presto, anche questa settimana”, ma per i negoziati veri e propri “vedremo poi che succede”, ma al momento “non c’è una data fissa a disposizione”, ha ribadito Winterstein.
“Il piano per la Brexit rimane lo stesso”, ha affermato un portavoce di Downing Street, secondo cui non ci saranno ritardi: “Il governo resta determinato a completare la trattativa sull’uscita dall’Unione Europea in due anni”, il termine previsto dalle norme.
David Davis, il ministro per la Brexit, riconfermato nel rimpasto di governo varato dalla premier dopo le elezioni, ha affermato in un’intervista a Sky che tutto procederà secondo il previsto ma che il via alle trattative appunto, forse non sarà lunedì 19 giugno, “perché quello stesso giorno ci sarà a Londra il Queen’s Speech”, il discorso della regina in parlamento in cui viene presentato il programma di governo per l’anno a venire, “e anch’io dovrò prendere la parola nel dibattito che seguirà”. Queen’s Speech che alcuni temono che potrebbe essere rinviato a sua volta viste le difficoltà che stanno incontrando i conservatori.