Bruxelles – Non si può scrivere nell’etichetta dei prodotti che il glucosio “fa bene”, e non lo si può scrivere neanche se a queste informazioni vengono affiancate note sui pericoli dell’eccesso di uso di zucchero. Lo stabilisce la Corte di Giustizia dell’Ue in una sentenza emessa oggi nella quale respinge l’impugnazione proposta dalla Dextro Energy (causa C-296/16 P) contro la sentenza del Tribunale dell’Unione che aveva dichiarato che la Commissione europea non era incorsa in errore, constatando che tali indicazioni incoraggiavano il consumo di zucchero, mentre questo incoraggiamento è incompatibile con i principii nutrizionali e sanitari generalmente accettati.
La causa era stata intentata dalla società tedesca Dextro Energy, che fabbrica prodotti alimentari con differenti formati, composti quasi interamente da glucosio, destinati al mercato tedesco e a quello europeo. Il cubo classico si compone di otto tavolette di glucosio da sei grammi ciascuna.
Nel 2011, la Dextro Energy aveva richiesto l’autorizzazione ad utilizzare in etichetta alcune indicazioni sulla salute: “il glucosio è metabolizzato nell’ambito del normale metabolismo energetico corporeo”, “il glucosio sostiene l’attività fisica”, “il glucosio contribuisce al normale funzionamento del metabolismo energetico”, “il glucosio contribuisce al normale metabolismo energetico nel corso dell’attività fisica” e “il glucosio contribuisce alla normale funzione muscolare”.
Nonostante il parere positivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che riteneva che si potesse stabilire un rapporto causa-effetto tra il consumo di glucosio e il normale funzionamento del metabolismo energetico, la Commissione, nel gennaio 2015, aveva negato l’autorizzazione di quelle indicazioni sulla salute. La Commissione riteneva che quelle informazioni trasmettessero ai consumatori un messaggio “contraddittorio e ambiguo”, in quanto avrebbero incoraggiato il consumo di zucchero, di cui, tuttavia, le autorità nazionali e internazionali, sulla base di pareri scientifici generalmente accettati, raccomandano la riduzione. La Commissione riteneva che, anche supponendo che tali indicazioni sulla salute fossero autorizzate soltanto in condizioni d’impiego specifiche e/o in presenza di diciture o avvertenze aggiuntive, il messaggio non sarebbe stato comunque meno ambiguo per il consumatore, ragione per cui le indicazioni in questione non dovevano essere autorizzate.
Il Tribunale dell’Unione europea, con sentenza del 16 marzo 2016 (T-100/15) , respinse il ricorso proposto dalla Dextro Energy, confermando la decisione della Commissione.
Nella sua sentenza, il Tribunale sottolineava, in particolare, che la Commissione, sebbene non avesse rimesso in discussione il parere dell’Efsa (avendo tale autorità solamente il compito di verificare se le indicazioni sulla salute si basino su prove scientifiche e se la loro formulazione sia conforme a determinati criteri), doveva, nell’ambito della gestione del rischio, tenere in considerazione la normativa applicabile dell’Unione, così come altri fattori legittimi e pertinenti. Secondo i magistrati “poiché il consumatore medio deve, sulla base dei principi nutrizionali e sanitari generalmente accettati, ridurre il proprio consumo di zucchero, la Commissione non era incorsa in alcun errore constatando che le indicazioni sulle salute in questione, che evidenziano soltanto gli effetti benefici del glucosio per il metabolismo energetico senza richiamare i pericoli inerenti al consumo elevato di zucchero, erano ambigue e ingannevoli e non potevano, pertanto, essere autorizzate”.
Con la sua sentenza odierna, la Corte di giustizia respinge dunque l’impugnazione proposta dalla Dextro Energy contro la sentenza del Tribunale, ritenendo che “nessuno degli argomenti dedotti dall’azienda meriti di essere accolto”.