Bruxelles – Quella risultante dalle prossime elezioni legislative di domenica 11 giugno sarà l’Assemblea più rinnovata di tutta la storia della quinta Repubblica Francese, se a vincere dovesse essere il Partito del neo-eletto presidente Emmanuel Macron. A sostenerlo è Le Monde che ha realizzato un’inchiesta sui candidati alle elezioni di La République en Marche.
Secondo i dati pubblicati, i candidati schierati nel partito di Macron rispettano a pieno titolo la parità di genere con il 50,3% di candidature femminili contro il 49,7% di quelle maschili. Ma La République en Marche non è il solo a mantenere gli equilibri di genere. Il Partito radicale di sinistra fa addirittura meglio in termini di rappresentanza femminile, con il 53% dei candidati donne e il 47% uomini. Quote rosa in minoranza anche se di poco, invece, per il Front National (49%), il Partito Socialista (44%) e i Repubblicani (39%).
Oltre che più rosa, la nuova Assemblea nazionale sarà sicuramente più giovane rispetto al passato. L’età media dei deputati di tutti i partiti è di 48,5 anni: cifra decisamente inferiore rispetto ai 54,6 anni degli eletti nel 2012. A questa tendenza contribuisce non di poco il partito di Macron che presenta un’età media di 47 anni, con il candidato più giovane, Typhaine Degois, che ne ha soltanto 24.
Sul totale dei 525 candidati di La République en Marche, 281 (52%) non ha mai esercitato alcun mandato politico anche se, chiarisce Le Monde, soltanto 1/3 dei 525 non ha mai prima d’ora e in alcun modo gravitato intorno alla sfera politica. I numeri in termini di rappresentanza giovanile e debuttanti nel mondo della politica parlano chiaro e, come nel caso delle quote rosa, sembrano onorare le promesse fatte in campagna elettorale da Macron che ha fatto del rinnovamento politico uno dei suoi principali cavalli di battaglia.
Tra i candidati: due pompieri, un fotografo, una teologa, un parrucchiere, un’ex-giocatrice professionista di pallamano, un pilota automobilistico, e un ex-giocatore professionista di golf. Candidature, queste, che per provenienza escono decisamente dall’ordinario, ma non sono sufficienti a garantire una rappresentazione a tutto tondo della popolazione francese. La maggioranza dei candidati, infatti, si è formata nelle grandi scuole di Francia, tra cui le scuole di commercio e Science Po, proprio come il presidente Macron. Le classi socio-professionali di provenienza più ricorrenti sono piuttosto elevate e riflettono uno spaccato piuttosto ristretto della società francese: insegnanti e dirigenti (87), professioni mediche e altri impieghi legati al settore sanitario (53), ingegneri (17), avvocati (28) e consulenti (71). Soltanto 2 sono gli operai, mentre in 11 provengono dal settore agricolo. 156 gli imprenditori e, se per la maggior parte si tratta di titolari di piccole società, tra loro si trovano anche alcuni dirigenti di grandi imprese tra cui David Simonnet, presidente e amministratore delegato del gruppo chimico Axyntis, Romain Grau, dirigente di Eas Services impegnata nel settore aeroportuale, Jean-René Cazeneuve, direttore generale di Bouygues Télécom e Bruno Bonnell, fondatore di Infogrames, impegnata nella produzione e distribuzione di videogiochi.