Bruxelles – L’attuazione delle riforme strutturali “deve essere sostanzialmente intensificata per aumentare la resilienza, ridurre la disoccupazione strutturale e aumentare la produttività e la crescita potenziale della produzione”. Lo ha chiesto il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa al termine del consiglio direttivo della Banca centrale, che si è tenuto in via straordinaria a Tallin, in Estonia. Parlando di politiche fiscali Draghi ha affermato che “tutti i Paesi beneficerebbero da una intensificazione degli sforzi per raggiungere una composizione più amichevole della finanza pubblica”, e che “l’attuazione completa, trasparente e coerente del Patto di stabilità e crescita e della procedura di squilibrio macroeconomico” resta “essenziale per rafforzare la resistenza dell’economia dell’area dell’euro”.
Nel consiglio direttivo la Banca centrale europea non ha toccato il costo del denaro che resta fermo con il tasso principale a livello zero e quello sui depositi delle banche in negativo dello 0,4%. Riviste invece al rialzo le stime di crescita per l’Eurozona, portate all’1,9% per quest’anno, all’1,8% il prossimo e all’1,7% nel 2019. Francoforte ha rivisto poi al ribasso le stime d’inflazione dell’Eurozona, portandole a 1,5% per quest’anno, a 1,3% il prossimo e a 1,6% per il 2019. Le precedenti previsioni stimavano un carovita rispettivamente all’1,7%, all’1,6% e all’1,7%.
Confermato infine il Quantitative easing al ritmo attuale di 60 miliardi di euro al mese di acquisti netti di attività fino alla fine di dicembre 2017 e o “anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione”, ha assicurato Draghi.