Bruxelles – Sono positive le reazioni dell’eurodeputata italiana Elly Schlein (S&D) al parere pronunciato in mattinata dall’Avvocato generale della Corte di giustizia Ue, in merito alle procedure per le richieste di asilo in territorio europeo, secondo cui in caso di crisi salta la regola del primo Paese di accoglienza. “Questa è la battaglia che sto cercando di portare avanti nel negoziato su Dublino”, ha affermato l’eurodeputata, relatrice della riforma del regolamento sul diritto d’asilo per il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento. “È molto bella la notizia arrivata stamattina”, ha commentato Schlein in una videochat dell’Ansa, spiegando che il problema fondamentale alla base del regolamento di Dublino attualmente in vigore in materia è la sua “ipocrisia originaria”, che si ritrova nel criterio del ‘primo Paese d’accesso irregolare’.
Secondo l’eurodeputata di Possibile, questo criterio, che prevede che siano gli Stati in cui gli immigrati accedono per la prima volta nel territorio dell’Ue a doversi occupare dell’accoglienza e delle richieste di protezione, è colpevole di “aver messo la maggior parte della responsabilità su quegli Stati che hanno soltanto la colpa di trovarsi geograficamente ai confini caldi dell’Ue”, come l’Italia e la Grecia.
“Sono mesi che dico che è ipocrita anche solo parlare di un criterio alla base di Dublino come l’articolo 15, perché come dice questo parere è un po’ difficile parlare di accesso irregolare quando parliamo di persone che hanno un diritto legittimo a chiedere protezione internazionale”, ha affermato Schlein, sollevando un’altra criticità alla base del sistema vigente.
Il parere, dunque, fornisce senza dubbio ampio supporto ai progetti di riforma a cui l’eurodeputata è al lavoro con gli altri gruppi parlamentari di Bruxelles già da tempo. Schelin, in particolare, ha fatto riferimento alla possibilità di sostituire il criterio del ‘primo paese d’accesso irregolare’ con un sistema centralizzato e di “equa condivisione delle responsabilità” fra Stati membri. L’eurodeputata denuncia che le resistenze maggiori arrivano dagli Stati membri: “C’è forte resistenza nel Consiglio” ha ammesso la socialista, rinnovando comunque l’intenzione di far valere le nuove proposte, forte dell’appoggio del Parlamento, “la cui posizione – ha affermato – sono fiduciosa che sarà forte ed ambiziosa”. Già durante lo scorso anno, infatti, a Strasburgo era stata votata una risoluzione che prevedeva il superamento dell’attuale sistema di gestione delle richieste di asilo in favore di una maggiore centralizzazione.
“Chi scappa da disperazione, guerre o discriminazioni, non scappa verso un paese in particolare, scappa verso l’Unione europea. Ed è quindi l’Unione Europea che si deve fare carico di questa responsabilità e condividerla equamente” ha infine concluso Schlein.