Bruxelles – Nel 2016 108 milioni di persone hanno sofferto di insicurezza alimentare grave, erano 84 milioni nel 2015 e questo “aumento drammatico non è una fatalità ma la conseguenza di conflitti e cambiamenti climatici che ridisegnano il nostro pianeta e amplificano rischi di instabilità”. E “senza uno sforzo serio di tutti per lottare contro i cambiamenti climatici, 100 milioni di persone potrebbero finire nell’estrema povertà da qui al 2030 e ci potrebbero essere fino a 250milioni di rifugiati climatici da qui al 2050”. È l’avvertimento lanciato dal presidente della Commissione europea nel suo intervento durante le Giornate dello Sviluppo a Bruxelles. Le conseguenze del cambiamento climatico sono evidenti, ha sottolineato Juncker, “e la crescita del livello del mare non è mai stata così rapida, e addirittura ci sono Paesi che rischiano di sparire”. Per il presidente “l’avvenire dell’umanità è in gioco e dobbiamo agire, e agire tutti insieme, e rinnovare le nostre ambizioni: da qui al 2030 bisogna investire 6 miliardi di dollari all’anno per finanziare obiettivi di sviluppo duraturo”, ha chiesto Juncker.
La questione dei rifugiati climatici, persone che scappano dai loro Paesi per la siccità e altre calamità naturali causate dal ‘climate change’, è un tema di grande dibattito in Europa, tanto che il Parlamento europeo pensa di chiedere che venga riconosciuto ufficialmente come motivazione per poter chiedere asilo politico nel continente.