Bruxelles – Gli Stati Uniti scaricano gli accordi sul clima, e l’Europa e il Mondo scaricano gli Stati Uniti. Se Donald Trump vuole dare una scossa allo scacchiere internazionale, è fuori di dubbio che ci stia riuscendo, col rischio che però, nel rispetto del suo slogan “prima l’America”, l’America resti isolata. L’annuncio del presidente degli Stati Uniti di uscire dagli accordi di Parigi sul clima per rinegoziarli a condizioni più vantaggiose per Washington ha come effetto quello di compattare l’Europa e, soprattutto, creare alleanze euro-cinesi. Oggi il vero obiettivo del summit Ue-Cina che si tiene a Bruxelles intende produrre una dichiarazione comune sulle questioni climatiche e ambientali.
Il Canada prende il posto degli Usa
Il primo Paese a criticare le scelte di Trump è il Canada. Non per ragioni di tempi di reazione, ma perché è il Paese diretto confinante con gli Stati Uniti, fa parte al pari degli Usa del G7, e con l’uscita di scena degli Stati Uniti è il Canada che a questo punto diventa il punto di riferimento per il continente. “Siamo profondamente delusi” per gli annunci di Trump, il commento del primo ministro canadese, Justin Trudeau. “Se la decisione statunitense è scoraggiante, noi rimaniamo ispirati al crescente slancio in tutto il mondo per combattere il cambiamento climatico e la transizione verso economie di crescita pulite”.
Italia, Francia e Germania chiudono la porta in faccia a Trump
Italia, Germania e Francia hanno risposto con una nota congiunta alla decisione di Trump. Si tratta di tre Paesi fondatori dell’Ue, ma pure tre membri del G7. “Prendiamo nota con rammarico della decisione degli Stati Uniti. Siamo fermamente convinti che l’accordo non possa essere rinegoziato”. Un messaggio chiaro, che si aggiunge a quello già inviato dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker espresso in occasione della sua visita a Berlino. “Non funziona così, l’accordo non può essere abbandonato… Trump pensa si possa fare perché non approfondisce abbastanza i dossier per capirli davvero, ci vorrebbero circa quattro o cinque anni per uscire dalla COP 21… tutto questo blabla, io sono Trump, sono americano, America First, faccio quello che mi pare non funziona”.
L’Ue: continuiamo a ricoprire ruolo guida
Le ambizioni ‘green’ dell’Unione europea vanno di pari passo con quelle del Canada e del resto del mondo. “Il nostro impegno per il rispetto degli accordi di Parigi è irremovibile”, afferma il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Per l’Ue, aggiunge il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmemarns, “è tempo di guidare” l’attuazione di politiche sostenibile. Dopo gli annunci di Trump, “c’è più determinazione che mai a combattere i cambiamenti climatici”. Un concetto espresso anche dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, convinto che l’Ue debba “continuare a essere all’avanguardia” sul fronte della sostenibilità, visto e considerato che “i nostri impegno e determinazione sono un esempio”.
Manfred Weber, Presidente del Gruppo Ppe al Parlamento europeo sostiene che nel suo gruppo sono “profondamente rammaricati per la decisione irresponsabile del Presidente Trump di ritirare la firma statunitense dall’accordo di Parigi. La domanda adesso è che futuro stiamo costruendo per i nostri figli e i nostri nipoti? In che stato lasceremo il nostro pianeta? In molte questioni di importanza fondamentale gli Stati Uniti hanno dimostrato di non essere più un partner affidabile. La decisione di oggi del Presidente Trump deve rendere ancora più determinata l’Europa ad essere leader nella lotta al cambiamento climatico”.
Alleanza Europa-Africa
Se i cambiamenti climatici sono, come li definisce Timmermans, “una sfida globale che richiede una risposta globale”, ecco che il globo si mobilita. Unione europea e Unione africana in una nota congiunta “riaffermano” il proprio impegno per l’attuazione degli accordi di Parigi, invitando tutti i partner a continuare sulla scia di cambiamento creata nel 2015. Cambiamenti climatici ed energie rinnovabili saranno nell’agenda del prossimo summit Africa-Ue, in programma il 29 e 30 novembre ad Abidjan (Costa d’Avorio).
Macron critica Trump in inglese
Un presidente della repubblica francese che rinuncia alla sua lingua è un qualcosa che non capita tutti i giorni. La Francia ha sempre difeso e promosso la sua lingua, ma Emmanuel Macron in un video messaggio si rivolge a Trump in quella che, probabilmente si auspica, Trump può capire. “Un errore grave” la sua decisione, sostiene in inglese. “A tutti quelli delusi dalla decisione degli Stati Uniti dico che possono trovare nella Francia una seconda casa”.