Bruxelles – “Le tecnologie digitali fanno parte delle nostre vite e dovrebbero far parte anche dei nostri sistemi educativi”. Ne è convinto il commissario europeo all’Educazione Tibor Navracsics, intervenuto stamani alla seconda edizione del Digital Festival a Bruxelles. Navracsics ha sottolineato il ruolo chiave di un’educazione a scuola, da sviluppare con una strategia “inclusiva, ambiziosa e di lungo termine”, per formare i giovani europei, trasformandoli da semplici “consumatori di nuove tecnologie a veri nativi digitali”.
“Saper scaricare un film o giocare ad un gioco per il computer non rende un bambino un nativo digitale. Per essere tali bisogna sapere come funziona la tecnologia e usarla al massimo”, ha spiegato il commissario europeo, aggiungendo: “Oggi moltissimi usano uno smartphone, ma pochi capiscono che la tecnologia dietro lo smartphone è legata all’innovazione. La maggior parte la usa come consumatori o per funzioni facili”. Ciò non è sufficiente, poiché il mondo sta diventando sempre più digitale, e per questo richiede numerose competenze per lavorare ma anche in tutti gli altri aspetti della vita. “I giovani devono imparare ad usare i mezzi tecnologici attraverso professori preparati. C’è bisogno di nuovi approcci all’insegnamento e all’educazione. Le domande che dobbiamo porci sono: come possiamo assicurare che ogni bambino europeo lasci la scuola con la preparazione digitale di cui ha bisogno? Come essere sicuri che i nostri insegnanti siano a loro agio col digitale e abbiano le giuste competenze?”, ha continuato Navracsics.
“La soluzione è più complessa che produrre più tecnologie. Il 90% dei lavori di oggi hanno bisogno di qualche competenza digitale. Essere illetterati digitali è la ricetta per l’esclusione sociale”, ha ammonito il commissario, annunciando di “credere che gli europei possano diventare nativi digitali in futuro. Gli insegnanti e i responsabili scolastici sono tra le persone più importanti nella vita dei nostri giovani e devono essere al cuore della nostra strategia. Il nostro scopo è equipaggiare ogni giovane con una robusta competenza digitale, e per fare ciò la codificazione e la programmazione informatica dovrebbero essere inseriti nei programmi scolastici per tutti i nostri bambini”. Un’educazione che andrà oltre le competenze tecniche: “i giovani – ha aggiunto il commissario europeo – devono imparare come comportarsi online, distinguere la verità dalle opinioni ed evitare le attività pericolose”.
La Commissione europea ha già lanciato diverse strategie per migliorare l’educazione digitale nelle scuole d’Europa. Tra le più interessanti c’è lo strumento ‘Selfie’ (Self-assessment tool for digitally competent schools and Higher Education Institutions). Introdotto di recente dall’esecutivo comunitario, ‘Selfie’ “aiuta i responsabili scolastici a valutare il livello di preparazione digitale della proprio struttura e offre loro una guida a come migliorare. Quest’anno la fase pilota raggiungerà almeno dieci Stati membri e nel 2018 speriamo di renderlo disponibile attraverso tutta l’Europa”, ha annunciato Navracsics, elogiando lo strumento col quale, insieme “ad altre iniziative paneuropee, la Commissione si impegna a rendere la gioventù europea pronta per il mondo digitale”. “Questo è un tempo di opportunità senza precedenti – ha concluso il commissario – ma insieme all’opportunità viene la responsabilità di garantire che i nostri giovani siano in grado di utilizzare le nuove tecnologie in modo da creare una società più inclusiva e connessa”.