Bruxelles – Probabilmente se ne sono resi conto in pochi in Europa, ma l’Italia ha invertito la rotta. Debito e rischi bancari iniziano a ridursi. Pier Carlo Padoan rassicura presenti e partner. Intervenendo al Brussels Economic Forum di Bruxelles, il ministro dell’Economia sottolinea il rinnovato clima per l’ambiente economico e finanziario italiano. “Ovunque vado mi viene chiesto di debito pubblico e banche…”, riconosce il titolare del Tesoro. Domande, a dire il vero, scontate vista la situazione nazionale. L’Italia ha il secondo debito pubblico in relazione al Pil (peggio solo della Grecia, sotto programma di assistenza), ed è tra i Paesi con i più alti livelli di crediti deteriorati, i prestiti che le banche fanno fatica a farsi restituire. Le questioni ci sono e si pongono, e Padoan lo sa. “L’Italia ha un elevato debito pubblico, è vero, ma sta diminuendo”.
Bastano le stime della Commissione europea a confermare l’inversione di tendenza. Le ultime previsioni economiche stimano che a fine anno il rapporto debito/Pil toccherà quota 133,1%, per scendere nel 2018 (132,5%). Ma i dati potrebbero conoscere dinamiche diverse, se veramente le cose vanno come oggi ha sostenuto l’Istat, rivedendo al rialzo le stime di crescita sul trimestre scorso. Questione crediti deteriorati: anche questi si ricalcolano al ribasso. “Il sistema bancario italiano è considerato come un punto di crisi per via dei cattivi prestiti, ma questi stanno iniziando a ridursi”. E’ l’effetto della piccola, stentata ripresa. A fatica, più di altri, l’Italia riparte, e questo libera gli istituti di credito dal loro fardello. “I crediti deteriorati si sono accumulati a causa della recessione, la peggiore mai avuta in tempi di pace”.
Nessuna scusa, e nessuna scappatoia. L’Italia sta facendo le riforme e continuerà a farle. “Non ci sono scorciatoie, le riforme saranno attuate, continuando il percorso di risanamento del debito”. Il problema, e non la prima volta che Padoan lo sottolinea, è che “occorre tempo perché le riforme producano risultati”. Insomma, bisogna attendere e avere fiducia, questo il messaggio del ministro dell’Economia. Dà la sua parola Padoan, una garanzia per l’Italia. L’attuale ministro gode di buona considerazione in Europa. Ai partner garantisce che il suo obiettivo “personale” come ministro in carica e membro è “lasciare al Paese le finanze pubbliche nel migliore stato possibile, in piena sicurezza”, così come lasciare a chi si dovrà occupare di scrivere la nuova manovra “spazi fiscali forse migliori di quel che si poteva immaginare qualche tempo fa”. Già, chi la scrive la legge di bilancio? Il Paese si prepara alla urne. Potrebbe non essere questo governo a metterla a punto. “Per il momento questo governo predispone condizioni per fare una manovra di bilancio”.
Il ministro dell’Economia offre quindi il suo contributo al dibattito avviato dalla Commissione europea sul futuro dell’unione economica e monetaria. Il documento di riflessione di fresca pubblicazione contiene elementi che trovano il sostegno dell’Italia. “Condivido la visione della necessità di un ministro delle Finanze dell’area euro, che abbia anche competenze per la spesa e le risorse nei temi di sicurezza, difesa e immigrazione”. E la mutualizzazione del debito dell’Eurozona con strumenti preposti, che si chiamino Eurobond o Europan Safe Asset? Qui la posizione del governo è più cauta. “In principio la ritengo una un’idea interessante, ma conteranno i dettagli”. Bisognerà vedere come si procederà, sempre che si proceda.