Bruxelles – “Per il legislatore europeo è difficile sostenere gli investimenti sull’innovazione in questo momento, abbiamo un grosso squilibrio finanziario poiché uno Stato membro lascerà l’Ue”. Lo ha dichiarato l’eurodeputato della commissione Lavoro e affari sociali Brando Benifei (Pd) intervenendo ad un panel del Digital Festival di Bruxelles su come facilitare gli investimenti in Europa. Come Parlamento europeo, ha aggiunto Benifei, “stiamo riflettendo su dove trovare nuovi fondi per i programmi europei, come il piano Juncker. Il rischio è che saremo costretti a sottrarre denaro da altri programmi come Horizon2020 o Sme”. Insomma, la Brexit mette a rischio i già scarsi investimenti dell’Ue per le start-up e le nuove tecnologie.
Al problema di come trovare i fondi che verranno meno in seguito all’addio del Regno Unito, si aggiunge l’annosa questione della frammentazione del mercato europeo e delle sue regole per le imprese. “A livello europeo manca ancora una fonte comune da cui ottenere gli investimenti necessari per le start-up e gli imprenditori”, ha ribadito Benifei, aggiungendo che “da un lato c’è la forte spinta della Commissione per completare il mercato unico, ma dall’altro permangono le difficoltà delle start up ad ottenere i capitali per gli investimenti di cui hanno bisogno. C’è un alto livello di fallimento nei programmi europei, in particolare per l’Horizon 2020: è difficile ottenere fondi quindi in pochi partecipano”.
Le difficoltà dipendono anche dall’elevato numero di ostacoli agli investimenti ancora esistenti in Europa: “Se riusciamo ad abolire le barriere, ciò andrà a beneficio di tutti. Degli investitori, così come delle piccole imprese, ma anche dei laureati che potranno fare business in Europa e non fuori. Dobbiamo chiedere meno responsabilità agli intermediari dal mio punto di vista”, ha affermato Lenard Koschwitz, direttore degli affari pubblici ad ‘Allied for Startups’, chiedendosi, con una metafora efficace, se “non stiamo cercando di far crescere un albero su un terreno tossico…”. Un tema sul quale Benifei non è dello stesso parere: “Serve maggiore responsabilità per gli intermediari, ma la mia sola preoccupazione è di regolare in un modo che non danneggi le piccole imprese. È un equilibrio cruciale che il Parlamento e gli Stati membri devono tenere in mente quando legiferano su questa materia”.
“Sull’Internet delle cose (IoT) e sul 5g – ha continuato l’eurodeputato dei Socialisti e democratici – stiamo cercando di anticipare gli altri attori nell’arena mondiale. È importante che l’Ue sviluppi una regolamentazione che assicuri la protezione sociale e offra le giuste garanzie, in modo da ottenere la fiducia del pubblico”. Proprio la fiducia dei cittadini è una parola chiave quando si parla di investire nel futuro: “è la base della crescita del business, se non c’è fiducia non ci sono le condizioni per fare impresa”, ha sottolineato Benifei, suggerendo di cominciare “costruendo reti di ambasciatori dell’innovazione a livello locale per permettere ai giovani imprenditori e alle nuove start-up di sviluppare la giusta strategia per ottenere investimenti”.