Bruxelles – Reinventare gli impieghi tradizionali per adattarli allo sviluppo dell’economia di domani: questo lo scopo principale della Green week, la manifestazione promossa dalla Commissione europea che si chiude domani a Essen (Germania), capitale “verde” europea 2017. “L’Europa è già leader nel mercato delle tecnologie ecologiche” ha affermato il commissario europeo per l’Ambiente Karmenu Vella, tuttavia, è necessario incrementare gli investimenti nella forza lavoro qualificata se si vuole mantenere questo vantaggio competitivo.
Inoltre, ha chiarito il commissario, “la spinta verso un’economia più circolare presenta grandi opportunità per le piccole e medie imprese, per gli innovatori e per gli imprenditori”. “I nostri impegni sul clima – ha affermato Vella – possono indirizzare gli investimenti verso un percorso che porti alla piena occupazione”. Il rispetto degli obiettivi da raggiungere in tema di energia e clima, per esempio, porterebbe alla creazione di altri “700.000 posti di lavoro entro il 2030”.
“I posti di lavoro verdi sono una tripla vittoria: fanno bene al pianeta, fanno bene all’economia e fanno bene a coloro che li svolgono”, ha affermato Vella. “Per il primo decennio di questo secolo e fino al 2013, il mercato del lavoro verde ha mostrato una notevole crescita. Oggi noi abbiamo 4 milioni di impieghi nel settore dell’eco-industry”, tuttavia, “la creazione di posti di lavoro verdi è stagnante e potrebbe persino iniziare a diminuire. Quindi è di vitale importanza continuare ad investire, e dare un nuovo impulso al settore”.
L’attenzione del commissario si è infine rivolta anche al settore della blue economy: “vogliamo una ‘crescita blu’ che utilizzi le risorse marine senza esaurirle, che crei posti di lavoro e profitti, ma mantenga in salute gli oceani”. L’Europa sembra andare nella giusta direzione, visto che l’energia rinnovabile degli oceani è in piena espansione e l’Ue ospita già il “52 per cento delle turbine mareomotrici e il 60 per cento di tutti gli sviluppatori di energia ricavata dalle onde”. Anche in questo campo, tuttavia, sono richiesti investimenti soprattutto in materia di formazione e sviluppo delle competenze. Uno dei problemi centrali evidenziati da Vella, infatti, sembra essere la difficoltà delle imprese dell’industria marina nell’occupare le posizioni aperte, visto che più il settore diventa “verde”, più le competenze che sono richieste cambiano.