Bruxelles – “Cari ministri, siamo preoccupati per la direzione che sta prendendo il dibattito sul codice per le comunicazioni elettroniche e sul regolamento per la ePrivacy”. In vista del Consiglio sulla Telecomunicazioni dell’8 e 9 giugno, i CEO di 12 compagnie telefoniche europee, fra cui Giuseppe Recchi di Telecom Italia, hanno scritto una lettera ai loro rappresentanti nazionali per denunciare la brutta piega che, a loro dire, sta prendendo il dibattito europeo sulle tlc. “Il focus strategico iniziale sugli investimenti e l’innovazione sembra perso e i correnti sviluppi rischiano di ostacolare l’abilità delle aziende” di fornire servizi adeguati a cittadini e business. “La riforma digitale è più di una semplice sfida per le telecomunicazioni, riguarda il futuro del manifatturiero europeo, le auto connesse, Internet delle cose, la salute e il futuro dei cittadini in generale” scrivono i CEO, che chiedono di “lanciare il 5G, spingere per la fibra nelle reti e sviluppare una ricchezza di nuovi servizi e applicazioni”. “Siamo responsabili di più del 70% del totale degli investimenti in Ue, impieghiamo l’80% della forza lavoro nelle telecom e siamo fieri di essere il maggiore contribuente per i bilanci pubblici”, continuano i manager dei colossi europei, che denunciano: “gli sforzi fatti non sono abbastanza per raggiungere gli obiettivi di una società Gigabit e un Mercato unico digitale”. “Sollecitiamo i ministri Ue a riallineare le riforme digitali con i loro obiettivi iniziali”, è l’appello dei manager, che elencano poi una serie di suggerimenti concreti, incluso il “salvataggio del progetto 5G”.
Qui è possibile leggere la lettera completa.