Bruxelles – “Chi ha incrociato nella sua vita Marco Pannella ha qualcosa di lui che gli rimane, un ricordo, un frammento, un episodio che si àncora dentro e resta per sempre”. E di questi frammenti ed episodi è pieno il libro-(auto)biografia di Pannella, “Una libertà felice. La mia vita”, presentato ieri al Parlamento europeo alla presenza dell’autore, Matteo Angioli, che ha passato con lo storico leader dei radicali gli ultimi mesi di vita, nei quali ha raccolto i suoi pensieri e le sue riflessioni che ha poi pubblicato.
Anche coloro che non lo hanno conosciuto personalmente “hanno sempre dovuto confrontarsi a distanza con la figura di Pannella, una persona che ha fatto della passione politica e dell’impegno impegno politico qualcosa di totalizzante”, dice Brando Benifei del Pd, che ha organizzato la presentazione a Bruxelles, riconoscendo la capacità del politico morto lo scorso anno “di far entrare le grandi battaglie politiche nel dibattito di persone anche meno politicizzare”.
“Aveva il coraggio delle sue azioni”, e “non aveva mai paura di essere leale e onesto, anche con chi magari non la pensava come lui”, ricorda il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, raccontando un vecchio aneddoto, uno di quei ‘frammenti’ citati da Angioli. “Nel 2015 venne al funerale di Sergio Boschiero, un vecchio leader dei monarchici e persona perbene di cui aveva stima pur non condividendo le sue idee. A quel funerale a cui io ero andato, non avendo io rinnegato il mio passato giovanile, notai e dissi nel discorso funebre che tanti che avevano chiesto voti e aiuto a Boschiero in vita non si erano presentati, mentre lui che non gli aveva mai chiesto niente era lì”.
“Avendo fatto per tutta la vita quello che aveva sempre voluto fare è stato un uomo libero, ma ha anche dovuto faticare non poco per far avanzare il partito contro i dubbi di chi non aveva la sua visione, di chi aveva una visione più realista e adeguata ai tempi e ai modi della politica”, spiega Angioli parlando di quest’uomo che “nutriva un interesse inesorabile, unico per le persone”, e che proprio a Bruxelles aveva conosciuto nel 2002 quando Pannella era eurodeputato.
“Amava parlare con le persone e in loro trovava sempre qualcosa da valorizzare”, afferma il direttore di Eunews Lorenzo Robustelli, moderatore del dibattito, sottolineando che “quando aveva un obiettivo era pronto ad arrivarci con chiunque, se condivideva quella battaglia e riteneva che fosse utile farla insieme”. E di qui nacque l’idea del transpartito, portò Pannella a condividere battaglie con esponenti della politica più diversi, dalla destra alla sinistra.
“Nel fare politica era quello che era, non c’era differenza tra il personale e il politico in lui” per Laura Harth (moglie di Angioli, con il quale ha condiviso la convivenza con Pannella negli ultimi mesi della sua vita), dirigente di un partito che Pannella aveva voluto transnazionale. “Il fatto che io, belga e fiamminga, possa rappresentare i Radicali è unico, e l’idea che sentiamo oggi di liste transnazionali per le europee è lontana da quello che lui giù proponeva negli anni ’80”. E della capacità di Pannella di precorrere i tempi parla anche Gianfranco Dell’Alba, radicale e ex eurodeputato, che si ripropone di scrivere un libro sul Pannella europeo perché “quello italiano lo conosciamo bene, ma la sua influenza sulle altre nazioni europee meno”. Per Dell’Alba “le idee di Marco, radicali, eterodosse e scandalose all’epoca, sono quelle che oggi tutti propongono per salvare questa casa prima che bruci. È sempre stato un profeta inascoltato con una visione straordinaria”.