Bruxelles – E’ scoppiata la bomba delle frodi al Parlamento europeo. Non solo i recenti casi nati da denunce forse anche molto “politiche” degli ultimi giorni, ma ci sono addirittura “troppi casi di indagini in corso”. Lo dice il direttore dell’Olaf, l’Agenzia anti-frode europea, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto annuale dell’autorità.
“Ci sono molti casi aperti – conferma la direttrice delle indagini dell’Olaf Beatriz Sanz Redrado -, alcuni riguardano parlamentari, altri gli assistenti, altri delle spese amministrative… Stiamo indagando in molte aree diverse, su tanti temi”. All’Olaf prendono molto sul serio anche le rivelazioni della stampa, come quelle del consorzio di giornalisti investigativi ‘Mep project’ pubblicate oggi. “Analizziamo ogni informazione che ci arriva – spiega Sanz Redrado -, anche quelle che giungono dai media. Circa le informazioni di stampa di oggi posso confermare che abbiamo molti casi aperti, a prima vista (le informazioni sono arrivate durante la conferenza stampa e riportate dai giornalisti presenti, ndr) i casi che ci dite non sono tra i nostri, ma li verificheremo”.
Kessler non conferma, ad esempio, che sul capogruppo dei popolari Manfred Weber ci sia un’indagine in corso per le questioni sollevate dal consorzio dei giornalisti, secondo i quali avrebbe fatto prendere in affitto al suo gruppo una sede in Germania che è di sua proprietà personale.
“Con gli uffici del Parlamento c’è una buona collaborazione, soprattutto dopo un accordo amministrativo che abbiamo stilato durante la presidenza di Martin Schulz – dice Kessler-. Ma il problema è che forse il Parlamento deve regolare meglio la questione degli assistenti: sono pagati dall’amministrazione parlamentare, ma poi sono controllati da un solo deputato. Se scopriamo tanti casi forse le norme interne vanno riviste”.
All’Olaf non si riescono a strappare dettagli, si riesce solo a sapere che al momento le indagini “interne” (che poi, si evidenzia, non necessariamente portano alla scoperta di frodi) quelle cioè nei confronti di personale delle istituzioni europee, “sono 47, in maggior parte nel Parlamento e riguardano sia deputati sia assistenti – spiega Sanz Redrado – ma non solo”. Il lavoro deve essere tanto, perché è lo stesso Kessler a dire che “l’Unità delle indagini interne è sotto stess” per il carico di lavoro.
Anche secondo Sanz Redrado c’è un problema di procedure, forse complesse, forse lasche, un giudizio di merito non lo offre, ma ripete che “in Parlamento hanno un problema con i controlli interni, devono migliorare”.