Bruxelles – Gli imprenditori italiani del settore calzaturiero chiedono a Bruxelles l’adozione di politiche industriali “più lungimiranti” per un settore che rappresenta un terzo della produzione e dell’occupazione in europa, con oltre 77.000 addetti. In occasione dell’inaugurazione della mostra “Italian Shoes, European Footprint”, realizzata in collaborazione con Assocalzaturifici, è stata la Annarita Pilotti, presidente dell’associazione, a lanciare l’allarme riguardo alla “situazione ingestibile” in cui la manifattura calzaturiera italiana riversa ormai da anni: “Solo lo scorso anno hanno chiuso 97 aziende calzaturiere”. Per questo, l’iniziativa organizzata all’interno del Parlamento europeo “vuole essere un messaggio politico forte e chiaro alle istituzioni europee”, ha chiarito l’imprenditrice marchigiana.
“L’industria manifatturiera è il pilastro dell’economia dell’Ue, la manifattura calzaturiera italiana è un’eccellenza di questa industria. Tutelare la filiera manifatturiera, soprattutto quella che si fonda sulle piccole e medie imprese deve essere la priorità dell’Unione Europea”, ha affermato la Pilotti. Tra le richieste avanzate: l’approvazione di una norma per l’indicazione di origine obbligatoria, la remissione del regolamento per l’approvazione di misure anti-dumping, con un occhio di riguardo particolare per i produttori asiatici, e l’apertura dei mercati internazionali attraverso gli accordi di libero scambio. “L’industria calzaturiera italiana esporta l’85% del valore prodotto e l’accesso ai mercati è fondamentale – ha precisato la presidente – soprattutto per le piccole imprese che non sono strutturate per gestire i costi di investimento massicci all’estero”. Per questo, le priorità degli imprenditori italiani vertono sulle negoziazioni attualmente in corso con il Giappone, sulla ripresa del dialogo politico con la Russia, così come sulla ripresa dei negoziati del Ttip (trattato di libero scambio tra Usa e Ue) e l’incremento di quelli con il Mercosur (mercato comune dell’America meridionale), “attualmente irraggiungibile per un sistema daziario sproporzionato, a svantaggio degli esportatori italiani”.
Pieno sostegno da parte dell’eurodeputata Simona Bonafè (S&D), che ha promosso l’iniziativa non solo per valorizzare le eccellenze del made in Italy nel cuore delle istituzioni europee, ma anche “perché qui abbiamo ancora tante battaglie da portare avanti”.