Bruxelles – I Paesi membri dell’Ue devono spostare il carico fiscale dal lavoro ad altre voci che incidono meno sulla crescita. Lo chiede il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, che parlando in audizione in commissione Affari economici del Parlamento europeo ha detto che “il consiglio generale è di abbassare le tasse sul lavoro, specialmente su quello pagato poco, per spostarle su altre voci che sono meno dannose per la crescita”.
Ma per far tornare l’economia alla crescita servono investimenti, e questi possono essere fatti senza sforare le regole di Bilancio. “La situazione economica migliora ma non va bene”, ha affermato Pierre Moscovici sottolineando che per “aumentare la crescita potenziale ci sono tre piste”. La prima, secondo il commissario agli Affari economici, “è portare a termine le riforme strutturali che sono utili in tutti i paesi ma soprattutto a quelli che hanno deficit elevato”, poi bisogna “ridurre gli squilibri macroeconomici” e “investire di più in quei Paesi che ne hanno la capacità”, e infine è necessario “ridurre le differenze nella zona euro”, perché finché queste divergenze rimangono e sono marcate “ciò pone un problema di legittimità democratica, politica”, mentre un “rafforzamento della zona euro si deve organizzare con misure di convergenza microeconomica”.
Moscovici ha assicurato che non esiste “contraddizione tra consolidamento del bilancio e investimenti”, perché ha spiegato “non penso il consolidamento delle finanze pubbliche sia ostile agli investimenti, è una questione di scelte politiche, di quale priorità si dà a determinati investimenti”.