Bruxelles – Viktor Orban sfida Bruxelles e non cambia la legge anti-Soros. E’ quanto emerso dal contenuto della lettera inviata negli scorsi giorni dal governo ungherese alla Commissione europea, che aveva chiesto a Budapest di cambiare la legge che causerebbe la chiusura dell’Università dell’Europa Centrale (Ceu), fondata dal filantropo americano George Soros.
“Non vediamo argomenti validi nella richiesta della Commissione”, ha detto alla stampa il vice-premier Janos Lazar, annunciando la posizione di Budapest. Secondo i legali del governo del premier Orban, infatti, la legge non viola nessuna regola europea. Per questo l’esecutivo ungherese non intende cambiare nulla e sfida apertamente la Commissione europea, che aveva chiesto all’Ungheria di modificare la normativa. A fine aprile Bruxelles aveva avviato una procedura d’infrazione contro l’Ungheria per la legge sull’istruzione, ritenendo che contenesse una limitazione ingiustificata della libertà di prestazione dei servizi, una delle libertà fondamentali del mercato unico dell’Ue. In quei giorni la legge era stata difesa da Orban in persona dagli scranni della plenaria di Strasburgo: “Io so che la forza, le dimensioni e il peso dell’Ungheria è limitato rispetto al peso vostro e a quello di Soros”, aveva detto ai deputati il premier ungherese, attaccando poi duramente l’imprenditore statunitense definendolo uno “speculatore finanziario americano”.
A questo punto, la procedura approderà alla Corte europea, che potrebbe obbligare Budapest ad una modifica, ma soltanto in tempi lunghi. Da parte sua la Ceu, che ha sede nella capitale ungherese, potrebbe dover rinunciare a cominciare il nuovo anno accademico a gennaio. Tuttavia, il rettore dell’Università americana, Michael Ignatieff, durante una conferenza a Bruxelles aveva assicurato che l’ateneo avrebbe continuato ad operare “qualsiasi cosa succeda”. A questo punto è probabile che ci sia un intervento diplomatico, ben prima della sentenza della Corte Ue, da parte degli Usa, che finora hanno voluto evitare il confronto diretto col governo di Budapest. Donald Trump potrebbe sentirsi chiamato direttamente in causa per difendere l’attività di una tra le più celebri università americane all’estero. Intanto in settimana il commissario europeo alla migrazione, Dimitris Avramopoulos incontrerà proprio George Soros a Bruxelles.