Bruxelles – Se la Grecia oggi fa parte dell’Unione europea è anche merito di Konstantinos Mitsotakis. L’ex premier greco si è spento stamani all’età di 98 anni. Durante la sua carriera politica aveva rafforzato i legami tra Atene e l’Ue, gestendo i negoziati per l’ingresso del suo Paese nell’Unione nell’81. All’inizio degli anni ’90, come primo ministro, aveva inoltre provato a far passare alcuni tagli alla spesa pubblica, che gli costarono il governo.
Mitsotakis, nato il 18 ottobre 1918 sull’isola di Creta, ha avuto una vita densa di azioni da ricordare. Da giovane viene imprigionato e condannato a morte per due volte mentre combatte contro l’occupazione nazista. Dopo la seconda guerra mondiale, è eletto parlamentare all’età di 28 anni (nel marzo 1946), diventando il più giovane membro del parlamento greco, e confermato ad ogni elezione fino al colpo di Stato ad opera dei colonnelli nel ’67. A quell’epoca Mitsotakis viene arrestato dai militari e costretto a rifugiarsi a Parigi per sei anni. Prima era stato ministro della Finanze del governo Papandreou, nonno dell’ex primo ministro. Al suo ritorno in Grecia, nel ’73, negli anni successivi si è unito alle fila di ‘Nea Demokratia’, il partito di centro-destra fondato da Konstantinos Karamanlis.
E’ in quegli anni che Mitsotakis svolge un ruolo chiave nel favorire l’ingresso di Atene nell’Ue. Viene infatti incaricato dei negoziati con Bruxelles come ministro di coordinamento, poi svolge l’incarico di ministro degli Esteri fino all’81, l’anno dell’ingresso della Grecia nell’Unione. Mitsotakis divenne in seguito primo ministro nell’aprile 1990, quando il suo partito vince da solo la maggioranza parlamentare. Durante i tre anni del suo governo consolida l’appartenenza di Atene nell’Ue (all’epoca Comunità europee), assicurando l’accesso all’Unione durante il Summit di Maastricht del 1991.
Mitsotakis è stato uno dei pochi a cercare di modernizzare l’abnorme settore pubblico greco, proponendo tagli alla spesa e la cessione di alcuni beni statali. Scelte che lo resero impopolare agli occhi dei cittadini, che nel ’93 optarono per il ritorno del socialista Andreas Papandreou, il quale proponeva invece aumento degli stipendi e delle pensioni. Poi sappiamo com’è andata.