Bruxelles – “L’Italia deve essere protagonista nella politica digitale europea“. Ne è convinto il direttore della Dg Connect della Commissione europea, Roberto Viola, che in un incontro con la stampa italiana ha ricordato che “Il prezzo che si paga per il ritardo accumulato dal nostro Paese è ancora alto, ma bisogna andare avanti”.
Sono due i temi toccati dal capo della Dg Connect in cui nostro Paese dovrebbe aumentare gli sforzi per essere al passo coi tempi: Sanità digitale e Industria 4.0. “Sarà la digitalizzazione della sanità la prossima sfida europea”, ha ribadito Viola, ricordando che “l’Italia, dopo il Giappone, è il Paese più longevo e il sistema sanitario italiano è considerato fra i migliori al mondo”. Ciononostante, “Il rovescio della medaglia sono i costi”. Dati alla mano, Viola fa sapere che le proiezioni al 2050 dicono che la spesa sanitaria sarà la prima spesa per lo Stato, superando quella per le pensioni, sfondando il 10% del Pil e veleggiando verso il 15%. L’unica soluzione, per non incorrere nel rischio di “un abbassamento della qualità del servizio” è dare una “risposta tecnologica” con le riforme.
Secondo Viola, inoltre, non tutte le Regioni procedono allo stesso modo, ma “ci sono aree molto avanti e altre in cui c’è molta frammentazione”. In più, il funzionario di Bruxelles tocca la questione della privacy sottolineando che “non bisogna confondere la digitalizzazione con l’obbligo a mettere in rete i propri dati”, in quanto “va chiesta un’autorizzazione preventiva”. “Sono certo che la figura del ‘donatore’ digitale dei propri dati per migliorare la medicina sarebbe accolta positivamente”, ha infine dichiarato Viola.
Poi il capo della Dg Connect ha parlato di industrializzazione digitale, ricordando che “l’Italia è il secondo Paese industriale d’Europa dopo la Germania ed è molto forte nella robotica”. Lodando il Piano Industria 4.0 presentato dal ministro Carlo Calenda, Viola ha puntato il dito sulla questione delle competenze dicendo che “si tratta del capitolo più nero nella pagella europea, visto che l’Italia si piazza al 19° posto”. “Il fatto che l’Italia non abbia abbastanza laureati in materie scientifiche è un problema serio in una società che sta andando verso l’alta tecnologia. Per l’Italia si apre dunque una sfida di cambiamento strutturale che deve essere affrontata”, ha detto.
Infine il tema banda ultra-larga. “Negli ultimi dieci anni c’è stata la larga banda degli annunci, negli ultimi due anni i numeri dicono che il sistema si è messo in moto. Certo, continuerà a essere durissima: il prezzo che si paga per la falsa partenza è alto, ma puntare sulla fibra è la strada giusta”, ha concluso Viola.