Roma – Un ministro delle Finanze unico, un sussidio comune di disoccupazione, un bilancio in grado di finanziare investimenti in beni comuni europei, e nuovi compiti da affidare all’Esm, il cosiddetto Fondo salva Stati: sono le proposte presentate dal ministero dell’Economia italiano in un position paper per la discussione sul futuro dell’Eurozona.
Il titolare di Via XX Settembre, Pier Carlo Padoan, aveva già lo scorso anno messo sul tavolo alcune proposte, ma dopo che la Spagna ha portato il suo contributo e Germania e Francia hanno indicato la volontà di elaborare una road map comune per ridisegnare il funzionamento dell’Area euro, il governo italiano ha ritenuto utile tornare a sottolineare la propria visione di una unione monetaria che dovrebbe riuscire ad “accelerare il potenziale di crescita e al contempo migliorare le capacità di aggiustamento in tutti gli Stati membri”.
Secondo Padoan, “dovrebbero essere promosse iniziative per investimenti europei su larga scala”, in particolare per “finanziare quei beni comuni europei che possono essere realizzati meglio a livello sistemico”. Tra i settori indicati la gestione delle frontiere, della sicurezza, della difesa e dei progetti su vasta scala. E mentre si rafforza il Piano Juncker e si indirizza meglio il bilancio dell’Ue verso “investimenti in beni comuni europei”, gli Stati membri “dovrebbero considerare il ricorso a una capacità fiscale basata su entrate specifiche”, ovvero delle tasse ad hoc, e su “un meccanismo di finanziamento mutualizzato”, ovvero degli eurobond, project bond o, in ogni caso dei “bond comuni”.
Poi serve “uno schema europeo per i benefit di disoccupazione”, quel sussidio per i disoccupati che “doterebbe l’Area euro di uno strumento per mitigare l’impatto di shock particolarmente pronunciati” dell’economia, e che andrebbe attivato solo in questi casi.
Inoltre, prosegue il documento, bisogna costruire una “unione finanziaria” che consenta all’economia di finanziarsi tanto attraverso il sistema bancario quanto con l’accesso al mercato dei capitali. Questa unione fiscale, tuttavia, non può essere realizzata “finché l’unione bancaria non sarà completata con un sostegno pubblico”, al fondo per le risoluzioni bancarie “e uno schema europeo di assicurazione sui depositi”, due punti su cui l’opposizione tedesca è forte.
Il titolare di Via XX Settembre suggerisce poi dei “compiti aggiuntivi” per l’Esm, il cosiddetto fondo europeo salva Stati. “nel breve termine, l’Esm diventerebbe a pieno titolo un sostegno pubblico al Fondo unico di risoluzione per salvaguardare effettivamente la stabilità finanziaria” dell’Unione monetaria. “Nel medio termine”, invece, potrebbe essere usato “per l’implementazione di uno schema comune di benefit di disoccupazione”.
Sul lungo periodo, poi, “l’unione monetaria dovrebbe essere dotata di un’autentica capacità fiscale, ritagliata sulle necessità di promuovere gli investimenti e di attutire” gli effetti negativi del ciclo economico. Funzioni che “dovrebbero essere gestite da un ministro delle Finanze dell’Eurozona”, responsabile di “una politica fiscale comune”, organicamente inserito all’interno “della Commissione europea”, che sia a capo dell’Eurogruppo e abbia “un forte legame sia con il Parlamento europeo che con il Consiglio”.