Bruxelles – Il Governo dovrebbe impegnarsi per sfruttare appieno il pieno potenziale sociale, ambientale ed economico della revisione in corso delle direttive Ue sull’efficienza energetica. L’appello arriva dai rappresentanti dell’industria polacca membri dell’European Alliance to Save Energy (EU-ASE), che a Varsavia hanno incontrato il sottosegretario di Stato del Ministero dell’Energia della Polonia, Michał Kurtyka.
“A causa del suo ruolo chiave fra i Paesi di Visegrad (insieme a Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria, ndr) e nel Consiglio, la posizione del Governo polacco influenza l’ambizione della revisione sia della Direttiva sull’efficienza energetica (Eed) che di quella sulla Performance energetica degli edifici (Epbd), che sono attualmente analizzate dagli Stati membri”, scrive l’EU-ASE in una nota. L’incontro fra l’industria e il sottosegretario arriva quasi un mese esatto prima del Consiglio del 26 giugno, durante il quale la presidenza di turno maltese cercherà per l’ultima volta di raggiungere un accordo sulle direttive.
Due sono le problematiche principali che secondo l’EU-ASE affliggono maggiormente il la Polonia: la povertà energetica e la bassa qualità dell’aria. La prima interessa il 9,6% delle abitazioni (circa 4,4 milioni di persone) ed è dovuta principalmente alla bassa efficienza energetica degli edifici. L’inquinamento atmosferico, invece, vale alla Polonia il poco invidiabile primato di avere sul suo territorio 33 delle 50 città più inquinate in Europa. Il “il mix energetico polacco – è scritto nella nota – è basato principalmente sul consumo di carbone che costituisce la risorsa energetica primaria, genera più dell’80% dell’elettricità nazionale e viene utilizzato anche per il riscaldamento domestico.”
Una doppia occasione, dunque, è quella offerta dalle nuove misure adottate a Bruxelles, sia in termini di un miglioramento delle condizioni ambientali del paese, sia in termini di business. “Le nostre imprese in Polonia hanno impianti di produzione che creano centinaia di posti di lavoro, stimolano le esportazioni e contribuiscono alla crescita economica nazionale. L’efficienza energetica è un’opportunità per le imprese che deve essere potenziata attraverso un obiettivo vincolante” ed efficiente dal punto di vista dei costi per l’Ue, ha affermato Monica Frassoni, presidente dell’EU-ASE, chiedendo che tale target venga alzato al 40% (rispetto al 27% attuale) per il 2030.