Bruxelles – Per quest’anno non serve altro, ma per il prossimo l’Italia dovrà fare di più, ma ma tanto di più. Il Paese deve “reintrodurre” la tassa sulla prima casa ma solo “per le famiglie ad alto reddito”, non proprio uno scherzo. Questo, in estrema sintesi, il giudizio della Commissione europea espresso sull’Italia nel pubblicare le raccomandazioni specifiche per Paese.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, giunto a Bruxelles subito dopo la presentazione delle raccomandazioni ha replicato sull’Imu, dicendo che “le politiche fiscali vanno analizzate nel loro insieme. Questa è una delle proposte, ma cambiare una tassa cambiata da pochi mesi non è una buona idea”.
La buona notizia è che l’analisi dei documenti presentati dal governo “conferma che le misure aggiuntive di politica di bilancio per il 2017 sono state soddisfatte e quindi per il momento non si rendono necessari ulteriori sforzi”. L’esecutivo comunitario prende dunque atto che l’Italia ha prodotto misure correttive pari allo 0,2% del Pil e attende il piano d’azione per il prossimano anno. Anche esaminando il piano nazionale per le riforme (Pnr) per nessuno tra Cipro, Italia e Portogallo si rende necessario procedere oltre con la procedura per squilibri macroeconomici. A prima vista, per i servizi della Commissione, i piani nazionali appaiono “sufficientemente ambiziosi”, ma restano ancora delle informazioni che il team Juncker intende acquisire quanto prima. La cattiva notizia, però, è che all’Italia si chiedono nuove tasse.
L’Ue: è solo uno spostamento delle tasse
La Commissione speiga che al fine di rivitalizzare una ripresa che in Italia non sembra tra le più robuste dell’Ue e dell’Eurozona, occorre spostare il carico fiscale dai fattori produttivi ad altri settori. Quello patrimoniale sembra essere il migliore. Non la penseranno certamente così gli italiani, per una scelta che rischia di creare problemi interni e alimentare i sentimenti euroscettici, non proprio assenti in Italia.
Nessun passo avanti con la procedura per squilibri eccessivi
Attenzione. “Non c’è terreno analitico per andare avanti” con la procedura di infrazione, soprattutto per quanto riguarda il calendario di attuazione delle riforme medesime. Vuol dire che non ci sarà, per ora, alcuna infrazione per l’elevato debito. Tutto dipenderà dall’effettiva attuazione delle riforme indicate dal governo italiano. “Abbiamo un margine di apprezzamento, e rivaluteremo la conformità dell’Italia sul criterio di debito nelle previsioni d’autunno e sulla base del progetto di riforme del 2018”, chiarisce il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici.
Le raccomandazioni
Politica di bilancio, mercato del lavoro, politiche strutturali, pubblica amministrazione: non cambia praticamente nulla per l’Italia. Le raccomandazioni che la Commissione europea rivolge all’Italia sono le stesse avanzate da Bruxelles negli ultimi anni, così come non cambiano le aree in cui si rendono necessari interventi. “Alcune raccomandazioni sono state ribadite negli anni precedenti – ammette il commissario per l’Euro, Valdis Dombrovskis – ma questa è una possibilità prevista nel caso in cui non si ritiene che le sfide siano state affrontate in modo adeguato o sufficiente”. Segno che l’Italia non ha ancora fatto tutto quello che era stato chiesto.
La vera novità è la richiesta del ripristino dell’Imu per la prima casa nei confronti dei più ricchi. Una misura che ha il sapore di una sorta di tassa patrimoniale, che in Italia non ha mai visto la luce e che per questo appare difficile poter immaginare.
Per le politiche di bilancio si invita a varare politiche più efficaci di governance economica, misure a sostegno della riduzione del debito, attuare la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, contrastare l’evasione fiscale e ammodernare dell’amministrazione fiscale. Si chiede di intervenire sull’indebitamento della banche (crediti deteriorati). Sul fronte del mercato del lavoro vengono chieste politiche occupazionali, incentivi per la creazione di posti di lavoro e riduzione della povertà. Tra le priorità in ambito di interventi strutturali si chiedono più liberalizzazioni e concorrenza. Infime chieste la riforma della pubblica amministrazione e delle giustizia civile.
Le raccomandazioni della Commissione (in inglese) sono disponibili qui