Bruxelles – Che a Malta l’imposizione fiscale su aziende e persone molto facoltose non sia proprio tra le più pesanti è un fatto noto, ma le polemiche suscitate dall’ultima inchiesta realizzata dall’EIC (European Investigative Collaborations) sollevano la reazione del Governo di La Valletta, che si dichiara piuttosto sorpreso dell’improvviso interesse mostrato dalla stampa internazionale nei confronti del proprio regime fiscale.
“La legislazione vigente e il nostro sistema di tassazione corrispondono a quelli in uso già da prima che Malta entrasse a far parte dell’Unione Europea”. Queste le parole di Roderick Galdes, segretario parlamentare per l’Agricoltura, riportate da Euobserver. “Ci sono state delle negoziazioni volte al mantenimento del sistema prima che malta entrasse (nel 2004). Il sistema è stato in uso durante tutti questi anni”, ha chiarito Galdes in una conferenza stampa organizzata ieri a Malta, sostenendo le reazioni dure del Primo Ministro e del Ministro dell’economia maltese arrivate già nel weekend.
“Sebbene tragga guadagni dai vantaggi derivanti dall’adesione all’Ue – sostiene, invece, l’EIC – Malta ospita larghe imprese e soggetti privati benestanti che cercano di eludere il fisco nei propri paesi d’origine”. I report pubblicati, in particolare, denunciano che se l’imposta sui profitti d’impresa viene ufficialmente fissata al 35 per cento, le imprese i cui azionisti non si trovano a Malta possono ottenere un rimborso pari all’85 per cento, arrivando di fatto, a pagare un’imposizione pari solamente al 5 per cento. Una quota decisamente bassa rispetto alla media europea che viaggia intorno al 22 per cento.