Bruxelles – “Criminali e terroristi non hanno confini. Dotare le autorità giudiziarie europee dell’ordine europeo di indagine permetterà loro di cooperare effettivamente”. Queste le parole di Věra Jourová, commissario europeo per la Giustizia, che ha commentato positivamente l’entrata in vigore dell’ordine europeo di indagine penale, avviata oggi. Un passo importante in un momento storico che vede gli Stati obbligati a cooperare strettamente fra loro per poter affrontare efficacemente minacce come il terrorismo, la criminalità organizzata, il traffico di droga e la corruzione.
L’ordine europeo di indagine penale (European investigation order), basato sul principio del “riconoscimento reciproco”, permetterà di dare un nuovo slancio alle indagini svolte a livello transnazionale in territorio europeo. Alle autorità giudiziarie di un paese dell’Unione, ad esempio, sarà possibile chiedere ai colleghi di un altro Stato di svolgere interrogatori o perquisizioni per loro conto. Gli Stati membri avranno fino a 30 giorni di tempo per decidere se accettare o meno una richiesta mossa da un altro Stato e potranno rifiutare di cooperare con il partner richiedente solo in casi eccezionali: rischi per la propria sicurezza nazionale, violazione di principi fondamentali. Il nuovo sistema permetterà di trasferire temporaneamente soggetti posti sotto custodia al fine di raccogliere prove, controllare conti bancari e operazioni finanziarie di individui sospettati o sotto accusa, svolgere indagini sotto copertura ed effettuare intercettazioni.
“É tempo di modernizzare gli strumenti disponibili alle autorità giudiziarie al fine di condurre le indagini”, ha affermato la commissaria, rivolgendo un appello diretto anche agli Stati membri, invitandoli a “implementare le nuove misure il più velocemente possibile”.