Bruxelles – “L’Erasmus è una fantastica esperienza per i giovani. Dovrebbe essere esteso agli studenti delle scuole superiori e ai lavoratori, specialmente ai giovani apprendisti”. Lo ha sostenuto il presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese) Georges Dassis, nel suo discorso d’apertura di un evento che celebrava i 30 anni della borsa di studio europea nata nel 1987. “Dovreste prendere in mano la torcia e militare per l’integrazione europea. Vogliamo creare un’Europa dei cittadini, ma non si può farla stando a casa. Vorrei che foste i primi attivisti del progetto europeo”, ha aggiunto Dassis rivolgendosi agli studenti presenti.
Dalla nascita del progetto, l’Erasmus ha raggiunto un numero sempre più alto di studenti: da 3.000 scambi all’anno iniziali ai quasi 350.000 odierni. In più, il nuovo ‘Erasmus +’ ha incluso nuovi candidati gli apprendisti, professori e giovani lavoratori. “Abbiamo creato una filosofia per la formazione universitaria in Europa, realizzando una vera rete tra università”, ha commentato Pierre de Maret, rettore onorario dell’Università di Bruxelles ULB. Le statistiche dicono che l’Erasmus aiuta anche a trovare lavoro: gli studenti che hanno partecipato allo scambio hanno il doppio di possibilità di trovare un impiego dopo la laurea rispetto ai loro colleghi. “Se vogliamo che i nostri giovani si sentano davvero europei dobbiamo fargli provare in prima persona che cos’è l’Europa. Dovrebbe essere un’Europa che parla ai loro cuori e non solo alle loro menti”, ha sottolineato Martine Reicherts, la direttrice generale per l’Educazione della Commissione europea. Il Cese ha pronta un’opinione che sarà discussa a fine maggio dal Parlamento europeo per aggiungere criteri socio-economici nell’assegnazione delle borse di studio europee in modo da tenere in conto dei gruppi più svantaggiati.