Bruxelles – Via libera del Parlamento europeo alle nuove norme che consentono ai cittadini europei di usufruire delle proprie sottoscrizioni a servizi di streaming ovunque si rechino all’interno dell’Unione europea. Consumatori più liberi, quindi, di sfruttare i propri abbonamenti a piattaforme online di film, serie Tv come Netflix ma anche musica, videogiochi e/o eventi sportivi, anche fuori dal proprio Paese di origine, per un tempo limitato.
Le nuove regole, approvate in via definitiva e già concordate con il Consiglio Ue a febbraio 2017, oltre a rimuovere le restrizioni geografiche esistenti per l’accesso a servizi come Netflix, HBO Go, Amazon Prime, Spotify e Deezer per motivi di svago, studio o lavoro, prevedono norme a tutela della privacy dei consumatori e controlli per la tutela del diritto d’autore. I fornitori di servizi con contenuti online, infatti, potranno prendere misure “efficaci e ragionevoli” per verificare che l’abbonato non si sia trasferito definitivamente in un altro Stato dell’Ue, poiché le licenze sui diritti d’autore possono essere diverse da un Paese all’altro. Tra i metodi di verifica consentiti ci sono il controllo della carta d’identità, dei dettagli di pagamento, delle informazioni fiscali pubbliche, delle informazioni postali o dell’indirizzo IP. Tuttavia, gli operatori dovranno garantire che qualsiasi trattamento dei dati personali sia proporzionato allo scopo e dovranno introdurre delle tutele, specialmente per i controlli degli indirizzi IP.
“I cittadini europei attendevano queste nuove norme, che rappresentano un passo verso un mercato digitale comune”, ha dichiarato il relatore del provvedimento Jean-Marie Cavada (Liberali – Alde), sottolineando che si tratta di regole che “aumentano la mobilità e garantiscono la portabilità agli utenti dei contenuti online europei, senza pregiudicare il diritto d’autore”. Parole di plauso arrivano anche dal gruppo dei Socialisti e democratici all’Europarlamento, che in una nota definiscono il voto di oggi “un passo avanti importante che mostra ai cittadini come l’Unione europea possa portare vantaggi pratici alla vita quotidiana”. Tutto questo, continua la nota, “proietta le nostre norme nell’era del digitale e i cittadini che viaggiano in Europa a non avere più messaggi frustranti come ‘purtroppo questo contenuto non è disponibile nella tua posizione attuale’, con più tutele per la loro privacy”. Ora il provvedimento dovrà passare da un voto di approvazione formale del Consiglio dei ministri dell’Ue, dopo il quale gli Stati membri avranno nove mesi di tempo per convalidare le novità introdotte.
L’Aula di Strasburgo, inoltre, ha dato alla commissione Cultura il mandato per iniziare i negoziati con i governi nazionali per trovare un accordo sulle nuove regole Ue sui media audiovisivi. In particolare, il Parlamento Ue chiede che vengano incluse nella direttiva le piattaforme online, oltre che regole più chiare per proteggere i minori da contenuti che incitano all’odio o alla violenza. Inoltre, il mandato prevede l’obbligo per i fornitori di servizi multimediali di avere nei loro cataloghi almeno il 30% di produzioni europee. I deputati propongono inoltre nuove norme per la pubblicità, con una quota massima del 20% al giorno e regole più severe per la presenza di spot, prodotti commerciali, sponsorizzazioni e vendite televisive nei programmi per bambini. Le piattaforme di trasmissione e di distribuzione di video avranno la possibilità di autoregolamentarsi, prima che le autorità nazionali decidano se imporre norme specifiche.
Il mandato, approvato con 314 voti favorevoli, 266 contrari e 41 astenuti, ha messo in luce la contrarietà di gran parte dei gruppi politici europei, ad eccezione di S&D e Ppe. “Il provvedimento è stato approvato a causa del patto di ferro tra socialisti e popolari, ma il voto di oggi conferma il parere negativo di 266 parlamentari europei sul comportamento non trasparente dei due relatori”, ha accusato il co-relatore della Sinistra europea unita (Gue), Curzio Maltese, insinuando la presenza di un “conflitto di interessi” per i relatori Kammerevert e Verheyen, entrambi membri della WDR – Rundfunkrat, organismo tedesco che sovrintende le emittenti pubbliche. “Spero che il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, adotterà tutte le misure necessarie su questo tema”, ha concluso Maltese ricordando di aver inviato una lettera in proposito a Tajani.