Bruxelles – Stop agli aiuti dell’Unione europea: è la decisione con la quale le Filippine hanno recentemente respinto circa 250 milioni di euro di donazioni dall’Europa. La motivazione? Impedire all’Ue di immischiarsi negli affari interni del Paese. Bruxelles ha espresso in varie occasioni critiche nei confronti del presidente filippino Rodrigo Duterte per la sua violenta campagna contro la droga, che ha portato all’uccisione di migliaia di persone dal suo arrivo al potere.
“Il presidente ha approvato la raccomandazione del dipartimento delle Finanze di non accettare donazioni dall’Ue che potrebbero permetterle di interferire con le politiche interne delle Filippine”, ha detto ai giornalisti il portavoce presidenziale Ernesto Abella, aggiungendo che una donazione era già stata rifiutata in passato perché conteneva condizioni “sgradevoli”, senza tuttavia spiegare di più. Non si sa di preciso quale sarà l’impatto concreto di questa decisione, l’ambasciatore dell’Ue a Manila, Franz Jessen, ha parlato di circa 250 milioni di euro. Ad ogni modo il presidente filippino potrebbe far ancora marcia indietro: “Non la prenderei come una politica, piuttosto come una reazione alle critiche. Non penso rimarrà tale”, ha dichiarato il segretario economico Ernesto Pernia.
Non è la prima volta che il presidente delle Filippine reagisce in modo polemico alle critiche dell’Ue. Nel settembre 2016, Duterte – che si è autodefinito l’Hitler filippino – aveva mandato letteralmente a quel paese l’Europa, in risposta alle critiche sulla sua campagna contro i trafficanti di droga. Allora la campagna aveva visto circa 3mila omicidi extra giudiziari, un terzo dei quali compiuti dalla polizia e il resto da persone non identificate, attualmente le vittime sono salite a 9mila. L’Ue è l’ottava risorsa di sostegni umanitari delle Filippine, che aiuta da tempo a gestire la ribellione della comunità musulmana del Paese, in un conflitto che ha causato oltre 100mila vittime negli ultimi 50 anni.
Nel 2015, Bruxelles aveva promesso circa 325 milioni di euro in quattro anni per finanziare i progetti di aiuto alle comunità musulmane dopo l’accordo di pace che Manila ha firmato coi ribelli nel marzo 2014. Ma Duterte sembra preferire il denaro di Cina e Russia, partner finanziari sicuri che non pongono condizioni scomode. La settimana prossima il presidente filippino volerà a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin.