Bruxelles – La Commissione europea ha comminato oggi una multa di 110 milioni di euro a Facebook per aver fornito informazioni fuorvianti circa la sua acquisizione della app mobile WhatsApp. La commissaria per la concorrenza, Margrethe Vestager, ha annunciato la decisione via Twitter questa mattina, spiegando che Facebook ha dato “informazioni sbagliate / fuorvianti” quando ha comprato WhatsApp.
We need accurate #facts to do our job. @facebook now fined 110 mio € for giving wrong/misleading information when it took over WhatsApp.
— Margrethe Vestager (@vestager) 18 maggio 2017
“Dobbiamo avere fatti precisi per svolgere il nostro lavoro”, scrive Vestager per sottolineare che la sanzione è stata decisa dopo approfondite indagine e sulla base di prove concrete.
Tre anni fa, Facebook aveva acquistato il servizio di messaggistica WhatsApp e la Commissione, come suo dovere, ha verificato se l’acquisizione non porta a situazioni che possono distorcere la concorrenza. Durante questa indagine Facebook ha dichiarato di non essere in grado di collegare i dati degli utenti di Facebook con quelli degli utenti WhatsApp. Ma secondo l’esecutivo comunitario lo avrebbe invece fatto, lo scorso anno e dunque è stata aperta la procedura che ha portato alla salata multa di oggi, che è comunque al di sotto del massimo possibile, che ammonta all’uno per cento del fatturato e dunque a circa 250 milioni di euro. Non esiste una procedura per stabilire l’importo della multa, che viene quindi calcolata volta per volta, caso per caso. Ci si basa su vari fattori quali la gravità dell’irregolarità, la sua durata, l’eventuale collaborazione fornita dalla società al centro dell’infrazione.
Il regolamento europeo sulle fusioni impone alle compagnie di fornire informazioni corrette e non fuorvianti circa le operazioni notificate alla Commissione. Nel caso in cui le aziende violino tale obbligo, l’esecutivo comunitario può imporre multe. Proprio quanto accaduto, poiché si è ritenuto che Facebook aveva nascosto la verità. “Nell’agosto 2016 – spiega la Commissione -, WhatsApp ha annunciato l’aggiornamento dei suoi termini di servizio e della politica sulla privacy, inclusa la possibilità di collegare i numeri di telefono degli utenti di WhatsApp con le identità degli utenti di Facebook”. Dunque il 20 dicembre 2016, la Commissione ha inviato una comunicazione degli addebiti a Facebook, spiegando le sue preoccupazioni. Nell’indagine Bruxelles ha scoperto che “contrariamente a quanto affermato da Facebook nel processo di revisione della fusione del 2014, la possibilità tecnica di automatizzare automaticamente le identità degli utenti di Facebook e WhatsApp esisteva già nel 2014 e che il personale di Facebook era a conoscenza di tale possibilità”.
Vestager spiega che “la decisione di oggi indica chiaramente alle imprese che devono rispettare tutti gli aspetti delle norme sulle fusioni dell’Ue, incluso l’obbligo di fornire informazioni corrette. E impone una sanzione proporzionale e dissuasiva Facebook”.
Anche l’antitrust italiano aveva comminato una sanzione di 3 milioni di euro a Facebook per aver di fatto costretto gli utenti di WhatsApp ad accettare che i loro dati siano condivisi con Facebook.