Bruxelles – I giudici della quarta sezione penale di Milano hanno condannato l’europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio, al pagamento di una multa di mille euro per il reato di diffamazione aggravata da discriminazione razziale, per le parole rivolte all’ex ministra Cecile Kyenge durante un collegamento con “La Zanzare” su Radio24 il 29 aprile 2013. Borghezio dovrà inoltre versare un risarcimento di 50mila euro alla stessa Kyenge.
A “La Zanzara” Borghezio aveva detto che “gli africani sono africani e appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra” e, rispondendo alle domande dei conduttori, aveva sostenuto che noi italiani “non siamo congolesi, abbiamo un diritto ultra millenario”. Infine, aveva affermato che “Kyenge fa il medico”, e che “gli abbiamo dato un posto in una Asl che è stato tolto a qualche medico italiano”. Per queste ragioni, l’ex ministra e deputata europea, attraverso il suo legale di parte civile Gian Andrea Ronchi, aveva chiesto un risarcimento di 140mila euro, mentre il Pm nella sua requisitoria aveva chiesto una multa di 6mila euro. Borghezio si è sempre definito innocente, definendo le proprie parole come “critiche al governo” e chiedendo, per mezzo del suo avvocato Guido Anetrini, la piena assoluzione. Il tribunale di Milano, però, ha accolto le richieste dell’accusa, riqualificando il reato da “propaganda di idee fondate su odio razziale” a “diffamazione aggravata”.
“Non ho mai sostenuto la superiorità della razza europea rispetto ad altre”, ha affermato Borghezio assicurando di avere “il rispetto dovuto” per la condanna penale pronunciata dal tribunale di Milano ma aggiungendo che “ben diversa è la questione del risarcimento di eccezionale importo chiesto ed ottenuto da Kyenge”, che a suo avviso è stata “ben spalleggiata in sede di Parlamento europeo dal suo Partito”. Quello dovuto all’esponente del Pd è per Borghezio “un risarcimento, che mi costringerebbe a vendermi casa”. Infine il leghista lancia una sfida ai “garantisti del Pd”: “Se pensano di tapparmi la bocca in questo modo si sbagliano; D’ora in poi occhio per occhio”.
“Non considero una vittoria personale la sentenza di condanna di Borghezio di oggi, la considero l’affermazione di un valore prezioso ed un bene per tutta la nostra società, questo bene: l’odio razziale non può essere mai strumento di lotta politica, perché avvelena la società, oltre ad umiliare una persona. Avvelena la società perché discrimina una persona, non giudicata degna di fare il ministro della Repubblica, per il solo colore della sua pelle. Questo era il chiaro significato delle parole di Borghezio”. Ha detto Cécile Kyenge dopo la condanna di Mario Borghezio, confermando che “come annunciato, devolverò infatti questo suo risarcimento a progetti di accoglienza e alla causa dell’antirazzismo”.